Se i Governi di Germania (soprattutto), Svezia, Belgio, Gran Bretagna e Spagna non dovessero intervenire a breve con aiuti economici, GM Europe avrebbe liquidità per sopravvivere solo qualche mese e sarebbero a rischio 3.500 posti di lavoro. L'allarme è stato lanciato al Salone di Ginevra dal presidente, Carl-Peter Forster (nella foto), e dal responsabile finanziario, Fritz Henderson.

Com'è noto, Opel ha chiesto a Berlino 3,3 miliardi di euro, ai quali potrebbero aggiungersi altri 2,3 miliardi da Madrid, Londra e Bruxelles. GM Europe, che include Opel e la divisione britannica Vauxhall, ha archiviato il 2008 con un bilancio in rosso per 1,3 miliardi di euro e non può chiaramente contare molto sull'appoggio della Casa madre.

A Detroit starebbero valutando la possibilità di cedere fino al 50% di Opel (sotto il controllo americano da 80 anni), anche se il vice presidente Bob Lutz ha spiegato che GM (che spera di evitare il Chapter 11, l'equivalente della nostra amministrazione controllata) non lascerà da solo il marchio tedesco. "È parte integrante del Gruppo e si stanno cercando soluzioni che richiederanno un contributo finanziario da parte nostra e dei Governi europei coinvolti, oltre ad ulteriori sacrifici dei dipendenti. E comunque, Opel è nei guai non solo per colpa di GM, ma anche per l'andamento delle sue vendite".

Lutz ha infine confermato la cessione del marchio Hummer ("Non è adeguato alle attuali esigenze ecologiche, abbiamo ricevuto due-tre offerte") e quella di Saab, che non è mai riuscita ad invertire il trend negativo.