Dalle berline nere al ridesharing low cost con auto private. Come se non bastasse la querelle sull'app per prenotare vetture NCC, Uber rilancia. E a Milano apre Pop, una forma di car pooling urbana in cui chiunque – previe verifiche – potrà offrire passaggi a chi li richiede attraverso la solita app. Un altro passo che non mancherà di scatenare polemiche.
I costi. Come racconta Wired.it, la fase beta - limitata alle prime adesioni - è partita oggi. Il prezzo della corsa è di 49 centesimi al minuto, con una base di 2,50 euro e una tariffa minima di 5: più o meno, la metà di quanto si spende mediamente per le berline. Per chiamare l'auto privata si utilizza la stessa applicazione che permette di accedere ai servizi NCC: di fatto, quindi, il servizio è un peer-to-peer. Ma non tutto è così semplice.
I driver. Sugli importi, Uber trattiene una commissione, stimata attorno al 20 per cento. "Le cifre aiutano a coprire i costi dell'auto, secondo la sempre più diffusa filosofia della sharing economy", spiega a Quattroruote la Regional Manager di Uber, Benedetta Arese Lucini. "Il servizio è pensato per chi vuole mettere a disposizione la propria auto, condividendola". Uber assicura che gli aspiranti autisti (e i loro mezzi) devono rispondere a determinati requisiti: "Verifichiamo la patente, i punti e la fedina penale. Inoltre, i veicoli devono avere almeno quattro posti, essere immatricolate da non più di 8 anni e trovarsi in buone condizioni". Per il Comune, che ha già il suo bel daffare con l'app tradizionale, è in arrivo altro lavoro.
Le controversie. UberPop è già attivo in altre città, ad esempio Parigi (dove il costo minimo è di 4 euro), Berlino e Barcellona. Come abbiamo già raccontato, però, non sono mancate le controversie: a Bruxelles, il tribunale del Commercio ha decretato "l'irregolarità" del servizio, stabilendo una multa da 10 mila euro per ogni conducente sorpreso a infrangere il bando. Una sentenza che ha scatenato anche una polemica politica tra il ministro dei Trasporti belga, Brigitte Grouwels (che vede con favore lo stop) e il Commissario europeo per l'agenda digitale, Neelie Kroes, che si è detta "indignata per una decisione che protegge il cartello dei taxi".
I tassisti. A Milano, Uber spiega di aver già "comunicato" all'amministrazione lo sbarco del servizio. "Riteniamo che qui ci sia spazio per tutti - conclude la Regional Manager - C'è un forte bisogno di servizi come questo: noi siamo i primi, ma i cambiamenti sono inevitabili". I tassisti, però, non la pensano allo stesso modo. "Questo è abusivismo puro, in base all'articolo 86 del Codice della strada", taglia corto Claudio Severgnini, presidente del Tam. Difficile dire quali saranno gli sviluppi, o come la Polizia locale interpreterà il servizio. Nuove tecnologie, normativa, regole, concorrenza: l'incontro-scontro continua.
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