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Cronaca

Due brevetti del Politecnico
Testa a posto

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L’università di piazza Leonardo da Vinci ha brevettato due dispositivi per migliorare la sicurezza nell’automobilismo e nel motociclismo sportivo. Il primo, battezzato Semplice e concepito per chi pratica motorsport agonistico, si compone di un casco e di un corpetto che, pur dotato di elementi d’interconnessione, non ostacola o limita le manovre del conducente; il sistema Smart, invece è stato studiato per proteggere meglio il collo di chi è suo malgrado protagonista di una caduta dalla moto. “I due sistemi, rispetto a quelli attualmente in commercio, evitano le accelerazioni e i carichi eccessivi alla cervice, poiché tengono salda la testa rispetto al corpo. Nel nostro test statico, le sollecitazioni calano da 1500 newton a 250 newton”, spiega Gianpiero Mastinu, professore di costruzione dei veicoli al Politecnico e coordinatore del gruppo di ricerca che ha lavorato sui due brevetti, frutto di quattro anni di studi e di sperimentazioni condotti da ricercatori, dottorandi e studenti del dipartimento di Meccanica. Il costo complessivo dell’operazione, oltre un milione di euro, è stato finanziato dalla Regione Lombardia e dalla Comunità Europea nell’ambito del progetto DYS (coordinato dalla Mako Shark di Dolzago, in provincia di Lecco).

Pare Semplice. Il sistema Semplice è già pronto per l’ingegnerizzazione e, forse già nel 2018, si potrà vedere in commercio. Il suo funzionamento non è macchinoso: i cavi, che costituiscono l’elemento d’interconnessione, guidano e stabilizzano il collo consentendo la sola rotazione attorno al suo asse; questo impedisce tutti quei movimenti che possono danneggiare le vertebre. Per riuscirci, il dispositivo prevede superfici realizzate con materiale smorzante per gli appoggi del casco sul corpetto; queste zone dissipano l’energia dell’impatto, evitando così anche il pericoloso “effetto rimbalzo” del casco in caso di incidente. Nel sistema Smart il collegamento è più dinamico: in caso di incidente, il sistema contrasta le forze agenti sul collo, consentendo soltanto i movimenti fisiologicamente compatibili. «Il dispositivo Smart è complesso, e per questo è più difficile da realizzare. Anche i tempi d'ingegnerizzazione sono superiori», afferma Mastinu. Una volta sul mercato, per acquistare questi oggetti “salvavita” occorreranno qualche centinaia di euro. Una spesa, però, che per molti varrà la pena sostenere.

Vincenzo Bonanno

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