Ai tanti primati di Milano, compreso quello di essere la città che nel 2015 ha spillato dalle tasche degli automobilisti la bellezza di 197 milioni di euro in multe (la seconda è Roma, 83 milioni, la terza Torino, 44, seguono Bologna 33, Napoli 28…), si aggiunge adesso, dicono dagli uffici sotto il Duomo, il primo, unico ma, purtroppo, replicabile “Toilet bus d’Europa”. Lo ha tenuto a battesimo nel pomeriggio di venerdì l’assessore alla Mobilità e all’Ambiente, Pierfrancesco Maran, che lo ha fatto parcheggiare alla Darsena, lato viale Gorizia, nell’area tutta sponsor e luci stroboscopiche dei “nuovi Navigli”. I primi a usufruirne, gratuitamente, saranno i frequentatori di questo weekend dedicato alla “Moda Donna”, che non entreranno, però, nel libro dei record: due toilet bus si sono già visti, e molti anni fa, a San Pietroburgo (Maz 103, già allora dotati di pianale ribassato); un testimone dell’epoca sostiene che, a differenza del nostro, i servizi fossero collegati direttamente alla rete fognaria.
Riomologato. Ceduto a una cifra simbolica dall’Atm all’Amsa, che ne gestirà l’esercizio, per una spesa di 75.000 euro è stato riprogettato, svuotato, riomologato e attrezzato allo scopo. Al posto dei sedili, in tre aree con altrettante e distinte porte di ingresso ci sono una tazza e un orinatoio per gli uomini, due per le donne e uno spazio attrezzato per le persone con disabilità (qui c’è anche un fasciatoio per neonati); quattro in tutto i lavandini a disposizione. Il mezzo, climatizzato, si serve di serbatoi per l’acqua pulita (2.500 litri di autonomia) e di serbatoi liquami per oltre 2.700 litri: chi ha avuto un camper sa che si tratta di una cisterna delle acque sporche piuttosto limitata, che costringerà il gabinetto su ruote a lasciare spesso la postazione per le necessarie bonifiche. La sua livrea blu “wrappata”, come va di moda adesso, è pronta per distinguersi nelle più blasonate location di una Milano tornata tutta da bere, come ai bei tempi: in zona Tortona per il Bookpride e gli eventi del fuorisalone, in corso Venezia per la Milano Marathon o, più popolarmente, a San Siro per la finale di Champions League se non alla Stramilano dove, visto il numero dei partecipanti, è destinato a stare ben poco sulla scena. Allora, in soccorso ai podisti ci saranno come sempre i collaudati bagni chimici mobili.
Roberto Zimaffini
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