Ausiliari della sosta
Fa solo multe certe: licenziato

Fai poche multe? Ti preoccupi che gli automobilisti possano fare ricorso perché la violazione non è così palese? Sei licenziato. L’eccessiva indulgenza verso alcune auto in "contravvenzione dubbia" è costata il posto a un ausiliario del traffico, reo secondo l’Atm di aver colpevolmente chiuso un occhio su alcune situazioni che, invece, normalmente sono punite. Il suo esonero dal servizio risale alla scorsa estate: nella lettera con cui gli si comunica l’allontanamento per motivi disciplinari, l’azienda imputa all’ex collaboratore di non aver sanzionato, tra le altre, autovetture i cui pass residenti erano scaduti e altre con il “gratta e sosta” posizionato in maniera non completamente visibile. Con l’aggravante della recidiva, visto che l’ausiliario – stando a quanto recita la comunicazione – era già stato in precedenza richiamato all’ordine dai superiori, proprio a ridosso dei comportamenti censurati. La troppa clemenza, infatti, non era passata inosservata ai responsabili del fruttifero servizio gestito dall’Atm, che gli hanno così messo alle calcagna uno “007 aziendale” per tutto un turno. Risultato? Quattro auto “graziate” in sette ore di lavoro.

Competenze. L’ex ausiliario si difende in punta di diritto: “Non ho fatto altro che attenermi al Codice; noi ausiliari possiamo sanzionare solo violazioni al regime di sosta sulle strisce blu, così ho evitato di staccare contravvenzioni quando l’automobilista avrebbe avuto ragione se avvesse fatto ricorso, come per i casi dei ticket di sosta parzialmente coperti, le soste su marciapiedi o a ridosso delle strisce pedonali”. Una linea interpretativa recentemente ribadita anche da una sentenza della Cassazione (la numero 2973 del 2016), ma che non è bastata al malcapitato accertatore per evitare il benservito. Con la paradossale conclusione che, a fronte di tanti possibili ricorsi scongiurati, ora uno lo intenterà lui: davanti al giudice del lavoro.
Lorenzo Eoli