Un arretramento del cantiere di pochi metri, temporaneo, attuato da un paio di settimane. Che poco incide sulla viabilità, come spiega un negoziante: “Hanno allargato solo una parte del passaggio pedonale, ma qui resta il solito caos”. Continua lo stallo del parcheggio sotterraneo (quattro livelli) di via Borgogna, il cui progetto iniziale risale al 2004. Dopo le battaglie, anche legali, di residenti e negozianti che chiedono di smantellare il cantiere, aperto a inizio 2016, dopo una serie di incontri con i costruttori Palazzo Marino ha diramato un comunicato per annunciare che è stato approvato il nuovo progetto definitivo. Il cantiere riaprirà a settembre e il progetto esecutivo definirà anche la durata dei lavori. Fra le poche novità contenute ci sono il ridimensionamento dell’area interessata e lo spostamento di una rampa d’uscita, in via Durini, per liberare l’accesso a un passo carraio presente sul lato verso via Mascagni. Per l’estate, come detto, per dare “più aria e luce” a chi vive e lavora in zona il fronte del cantiere su largo Toscanini è stato arretrato di sei metri. Altrettanto è stato fatto sul lato opposto, verso via Mascagni e la Cerchia dei Bastioni.
Iter partecipativo. Appena saputo dell’approvazione del nuovo progetto, residenti e commercianti si sono detti sconcertati, soprattutto per non essere stati coinvolti nell’iter partecipativo. I loro portavoce ritengono che il progetto sia un residuato bellico di una politica (Piano parcheggi Albertini, anno 2000), da tempo superata dai nuovi indirizzi programmatici e di regolamentazione per la mobilità veicolare. Contraddicendosi, insomma, la giunta “della mobilità dolce” avrebbe comunque autorizzato il cantiere di un garage ritenuto inutile e, per l’incombente e dilatata presenza sulla strada, dannoso. Dei 325 posti auto previsti, 240 circa sarebbero in vendita: tre piani sotterranei su quattro, insomma, con prezzi per singolo posto proibitivi. M.G.
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