Ha il sorriso soddisfatto di chi ha superato una grande prova e stringe tra i denti la sua nuova patente, una B speciale, proprio come fa un atleta dopo aver vinto una medaglia d'oro. Andrea Lo Niglio, 49 anni, catanese d‘origine ma milanese d’adozione, da pochi giorni, insieme a quel tesserino rosa ha riconquistato anche la libertà.
La sua storia, come quella di coloro che si sono trovati a combattere la sua stessa battaglia, comincia con un incidente: nove anni fa, un furgone gli taglia la strada mentre è in sella a una moto, provocandogli la paralisi delle gambe e del braccio sinistro. La riabilitazione è lunga e la prospettiva di rimettersi al volante, in quelle condizioni, impensabile, tanto che Andrea acquista un Fiat Doblò modificato per il suo trasporto.
Ritorno alla guida. Nel 2012, però, il Centro Protesi Inail, iniseme alla sede Inail di Milano Porta Nuova, gli propone un percorso di ritorno alla guida. “Non sarà facile”, gli dicono, “ma ce la puoi fare”. E lui, che da sempre nutre una viscerale passione per le auto, di forza di volontà ce ne mette tanta. Si sottopone ai test di idoneità e, grazie al personale specializzato in allestimenti per la mobilità del Centro di Budrio, cerca una soluzione idonea alle sue esigenze. I tecnici studiano il suo caso, considerando tutte le possibilità che la tecnologia oggi offre, e mettono a punto un progetto utilizzando il joystick Space Drive 2 a quattro vie dell'azienda tedesca Paravan. Con una sola mano, tramite quella leva, si gestiscono sterzo, acceleratore e freno, mentre i comandi ausiliari, dalle frecce all’accensione delle luci, sono ad attivazione vocale (forniti da Guidosimplex). Viene individuato il mezzo più adatto alla trasformazione, un Volkswagen Multivan T5, che dopo l'acquisto viene spedito in Germania per l’allestimento.
L’omologazione attesa. Un passaggio obbligato, l’espatrio con annessa reimmatricolazione, visto che questo adattamento in Italia non ha ancora ottenuto l’omologazione da parte del ministero dei Trasporti. La si attende da anni, potrebbe arrivare a breve. Lo sperano in molti, per poter rendere più accessibile una trasformazione che oggi è estremamente costosa, tanto che nel nostro Paese se ne contano una manciata.
Esemplare unico. L’allestimento del van di Lo Niglio, infatti, essendo un esemplare pressoché unico, ha richiesto quasi 80.000 euro (escluso il costo del mezzo): oltre alla leva, infatti, il veicolo è dotato di pedana sollevatrice che consente di arrivare direttamente al posto di guida (o di mettersi in quello del passeggero, rimuovendo e riposizionando i sedili originali) e di una carrozzina speciale. L'intera spesa di allestimento è stata sostenuta dall’Inail, perché Andrea si è infortunato mentre tornava dal lavoro.
Esercitazioni quotidiane. Al ritorno in Italia del van si termina l'opera con i dispositivi per l'accessibilità (grazie ad ausili di Guidosimplex e AMF) e comincia la parte di training: Andrea si esercita prima con l’aiuto dei tecnici dell’Inail e prende via via confidenza con il sistema; poi, si perfeziona con un istruttore, guidando tutti i giorni, almeno un paio d’ore. Il joystick richiede una sensibilità d'uso molto particolare, e quindi molta pratica. “Le prime mosse, sul piazzale di San Siro, sono state tutt’altro che semplici”, spiega, “anche perché il movimento è esattamente opposto a quello che devo fare per azionare la carrozzina: tirando indietro la leva, si accelera, premendola in avanti, si frena. È una questione neuronale: all’inizio è faticoso, poi ci si abitua”. Lo scarto di manovra della leva, poi, è ridottissimo: "Bisogna imparare a dosare bene la forza sulla leva, specialmente in fase di sterzata, quando si accelera e contemporaneamente si svolta".
Prove in pista. Le esercitazioni proseguono anche sulla pista ASC di Vairano, messa a disposizione grazie alla collaborazione che lega la nostra testata al Centro Inail. Sul piazzale, Andrea fa lo slalom tra i birilli, simula sottosterzo e sovrasterzo e anche la frenata sul bagnato, per imparare a dosare il comando e prendere sicurezza. Così, arriva il gran giorno dell’esame: nella prova se la cava bene e l’ingegnere della Motorizzazione di Milano resta stupito da come riesca a compiere le manovre perfezionate in pista. Alla fine, quando viene promosso, esplode la gioia.
Di nuovo autonomo. “Ho riscoperto l’emozione di guardare il mondo dal parabrezza”, racconta, “e ho appagato il mio desiderio di tornare a essere come tutti gli altri”. Per festeggiare, il primo weekend lo ha passato con un giro fuoriporta sul suo pulmino Volkswagen. “Il valore di certe cose si comprende solo quando ci vengono a mancare”, continua. “Potermi muovere da solo, andare dove voglio senza l’aiuto di amici e famigliari è una conquista straordinaria. Alla guida, mi sono sentito libero di nuovo. E tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’Inail. Che in nome del principio d'inclusione sociale che va ben oltre quello di assistere un assicurato, ha lavorato con i suoi specialisti, investendo risorse ed energie per questo progetto”.
Laura Confalonieri
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