Non basta che l’autovelox venga approvato: è necessario che sia anche omologato. Questo il principio espresso dalla Cassazione con ordinanza 10505/2024, che annulla la multa per eccesso di velocità. Una decisione pesante, che mette fine a una vecchia diatriba fra sanzionati ed enti locali. Nel caso specifico, ad aver perso è il Comune di Treviso. Stando ai giudici, esistono due procedimenti che hanno caratteristiche, natura e finalità diverse: uno, l’omologazione ministeriale, autorizza la riproduzione in serie di un apparecchio testato in laboratorio, garantendo la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento elettronico. È propedeutico all’altro, l’approvazione del prototipo: un procedimento che non richiede la comparazione dello strumento con caratteristiche ritenute fondamentali.
Conta la legge. La Cassazione si rifà alla norma primaria: l’articolo 45, comma 6, del Codice della strada. Le circolari ministeriali “evocate dal ricorrente” (il Comune) che parlano di equivalenza fra omologazione ed approvazione non contano, perché i due termini sono differenti sul piano formale e sostanziale. Una questione “sottoposta per la prima volta all’esame di questa Corte, di rilevante impatto pratico”, chiosano gli ermellini.
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