C'è un edificio basso di mattoni rossi nel cuore della fabbrica di Rüsselsheim. Attraverso i muri trasuda storia, al suo interno raccoglie i pezzi pregiati della collezione Opel, dalle bici ai primi veicoli a motore, dalle prime serie della Kadett fino all'Olimpia e veri cimeli, tra cui la Rak 2, un bolide con propulsione a razzi che nel 1928 raggiunse la ragguardevole velocità di 238 km/h.

Accanto ai modelli del passato c'è il futuro, anzi il presente: la nuova Opel Meriva, che sarà esposta a marzo al Salone di Ginevra e commercializzata a luglio. Siamo andati a vederla in anteprima. Per la Casa tedesca l'obiettivo è replicare il successo della prima generazione, della quale sono state vendute un milione di unità, per raggiungerlo stavolta si punta anche su un'idea inconsueta per un'auto di questa categoria: le porte ad armadio, FlexDoors per i tedeschi.

Anni addietro erano molto utilizzate (basti pensare alle Lancia, ma, restando in Casa Opel, anche alla Kadett del 1938), poi nel 1961 vennero bandite in Germania perché ritenute pericolose. A parte pochissime eccezioni, come la Rolls-Royce, la Mini Clubman e la Mazda RX-8, questo tipo di apertura è praticamente scomparso dal panorama automobilistico. La Meriva la ripesca dallo scaffale dei ricordi, aggiornandolo ai nostri tempi.

Che vuole dire, per esempio, fare i conti con un montante centrale, tanto indispensabile per la sicurezza quanto ingombrante. Sulla nuova monovolume compatta, che rispetto all'attuale è più lunga di 23 cm (4,05 metri), ma mantiene lo stesso passo (2,6 m), le porte dietro sono incernierate ai montanti posteriori e si aprono in modo indipendente rispetto alle anteriori.

Dopo averci preso confidenza e aver imparato il movimento corretto per salire a bordo ed uscirne, scopriamo che, in effetti, offrono più praticità e confort delle porte tradizionali. Prima di tutto perchè l'entrata e l'uscita avvengono in una zona dove la distanza tra il pavimento e il tetto è massima e poi, perché l'angolo di apertura è maggiore (84 gradi) di una portiera classica.

Per ragioni di sicurezza le porte della Meriva si bloccano automaticamente dopo aver superato i 4 km/h, mentre il montante centrale, sul quale è presente una comoda maniglia, è stato irrobustito con rinforzi e placche di acciaio. Il sistema di apertura messo a punto a Rüsselsheim è stato testato dal 2006 in avanti: il primo prototipo prevedeva l'apertura ad armadio su un solo lato, ma dopo le prime prove i tecnici Opel si sono accorti che non avrebbe apportato significativi vantaggi, così, nonostante le enormi difficoltà di progettazione e i costi più elevati, hanno deciso di montare le FlexDoors su entrambi i lati.

Le porte, comunque, non sono le sole novità sulla monovolume tedesca: rivisti in maniera profonda gli interni, che vantano notevoli miglioramenti, come i sedili anteriori derivati dall'Insignia, o il freno a mano elettrico. Quest'ultimo dispositivo, liberando lo spazio occupato dalla leva, ha permesso l'alloggiamento di una console centrale scorrevole su un binario e diversi vani portaoggetti.

Daniele Sparisci