Oltre dieci anni dopo la comparsa di simpatiche minispider come Honda "Beat", Suzuki "Capuccino" e Mazda "AZ-1", Daihatsu rilancia l'idea, avviando la produzione della "Copen S", presentata al Salone di Tokyo del '99 come show car.

In Giappone, questa vettura appartiene alla categoria delle microcar ed è sottoposta a rigidi limiti per quanto riguarda dimensioni e cilindrata. Ciò non ha impedito ai designer di studiare una linea che ricorda vagamente l'Audi "TT Roadster", con soluzioni d'avanguardia: il tettuccio rigido d'alluminio, per esempio, si ripiega elettricamente nel bagagliaio.

E neppure ha frenato più di tanto la creatività degli ingegneri che hanno dotato l'auto di un quattro cilindri di soli 0.66 litri, ma con sedici valvole e tanto di compressore. Risultato: 47 kW-64 CV di potenza massima e una coppia di 110 Nm a 3200 giri. Il cambio può essere manuale a cinque marce o automatico "tiptronic" a quattro rapporti. Anche se la velocità massima dichiarata non supera i 135 km/h, le prestazioni sono comunque interessanti, visto che lo scatto "0-100" (sempre secondo la Casa) viene coperto in 9,7 secondi.

Tuttavia, le doti migliori sono il piacere di guida, l'agilità e la maneggevolezza, ottenuti mediante una grande rigidità strutturale e sospensioni abbastanza sofisticate. Divertente il comportamento sul misto, con un rollio minimo e una moderata tendenza ad allargare le traiettorie in accelerazione. Diretto e leggero lo sterzo, adeguati i freni.