Il primo assaggio l'avevamo avuto in pista, sul bagnato, a Melk, Austria. Condizioni troppo particolari. Ora, finalmente, abbiamo guidato la Mini Countryman Cooper S ALL4 su strada, dunque possiamo dirvi davvero come va il quarto modello della serie. Nelle concessionarie italiane la vedrete il 18 settembre, insieme al resto della gamma (in totale, tre motori benzina e due diesel, con potenze da 90 a 184 CV). Quanto ai prezzi, si parte dai 21.000 euro della Mini One Countryman, per arrivare ai 28.950 euro della versione top, appunto la nostra Cooper S ALL4. Basta però lasciarsi andare a qualche personalizzazione - l'esemplare del test, ad esempio, con interni di pelle, navigatore e Mini Connected, viaggia sui 34.000 euro - per salire subito di prezzo.
Sapore di Mini. Buona la visuale alla guida: sei seduto un po' più in alto rispetto alle altre Mini, ma mica al secondo piano. Tutto bene con le regolazioni (a leva) del sedile, che sostiene bene nella zona lombare, ma è un po' strettino di fianchi. Ammettiamolo: dalla Countryman sarebbe ingiusto attendersi la stessa reattività di guida e maneggevolezza sui percorsi misti della più piccola e bassa tre porte. Ma il sapore di Mini, quello sì, lo ritrovi sulla Countryman, perché nonostante le sospensioni (anteriori MacPherson e posteriori multilink) abbiano maggiore escursione, questa Mini col motore top 1.6 turbo a iniezione diretta da 184 CV si muove con grande agilità e rimane divertente da guidare. Sarà il cambio corto e abbastanza sportivo? Sì, certo. O lo sterzo sempre pronto? Senza dubbio. Ma è soprattutto il motore, pronto e con ottimo allungo, a fare questa Mini. Potente quando serve, elasticissimo quando non hai voglia di scalare marcia. E con un bel sound tipo corsa, soprattutto in scalata. Inoltre, con gli ultimi rapporti lunghi del cambio si può viaggiare finalmente con buon confort e isolamento meccanico (semmai, a farsi sentire è il fondo stradale). E le sospensioni, poi, sono rumorose solo sulle asperità secche o sul pavè. Una Mini a 360 gradi, dunque? Sì, grazie allo spazio disponibile, alle cinque porte, alla modularità dell'abitacolo; ma anche una Mini divertente con questa motorizzazione, sicura e mai in difficoltà su strada, grazie a sofisticati controlli elettronici (Dsc e Dtc - controllo dinamico della trazione - di serie). Una bella mano arriva anche dalle quattro ruote motrici, che offrono grande equilibrio dinamico pure sul veloce e piacere di guida quando, premendo il tasto in basso a destra sulla console, riacquisterete maggior libertà al volante. Con i sistemi pronti a intervenire soltanto quando serve.
Taglia super. Ma, guardiamola meglio questa Mini alta, grande (è lunga 4,1 metri) e a cinque porte. Di fianco alla classica a tre, sembra che la Countryman abbia preso le super vitamine, non solo per l'altezza del cofano e delle fiancate, che danno imponenza, ma perché tutti gli elementi (fari, calandra, cornici, loghi e altro) sono cresciuti in proporzione.
Grande anche dentro. Nell'abitacolo, ritrovi la tipica atmosfera Mini, ma t'accorgi subito d'avere a disposizione parecchio spazio in più, soprattutto in altezza. Strumentazione, plancia e comandi sono quelli che hanno reso famoso il marchio: grandi, ricercati, esagerati, anche poco ergonomici, come nel caso della regolazione degli specchi sul fianchetto porta o degli alzacristalli e dei controlli elettronici, posizionati là in basso, ai piedi della console. Ma la Mini non la puoi guardare con occhio razionale, la vuoi così com'è, anche proprio per le sue esagerazioni, che sono poi il suo bello. Dietro, due posti singoli regolabili longitudinalmente (ma, senza sovrapprezzo, si può avere la configurazione a tre posti) e, in mezzo, il Center Rail, una specie di binario che sostituisce il tunnel centrale e offre diverse possibilità di sistemare, grazie alle sue clip, astucci per occhiali, supporti audio o braccioli. Ma, dietro come si sta? Bene, con spazio insospettabile per le gambe. E il bagagliaio? Piuttosto capace, infatti la Casa dichiara da 350 a 1.170 litri, abbattendo gli schienali. Diavolo di una Mini.
Andrea Stassano
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