Volkswagen Maggiolino Cabriolet
Le nostre impressioni di guida

Capita che ti diano le chiavi di un Maggiolino Cabriolet d'antan e ti dicano di andare dove vuoi. Per provare l'effetto che fa. Così, a capote abbassata, come te l'hanno consegnato, scivoli via con un filo di gas sulla "promenade" in riva al mare della soleggiata Costa Azzurra. Il freddo, però, nelle prime ore della mattina si fa sentire. Nonostante la bassa velocità l'aria entra con impetuosi vortici nell'abitacolo. Vorresti tirare su la capote. Dovresti però fermarti, liberarla dal telo che la ricopre, alzare il massiccio mantice e poi fissarlo alla parte superiore del parabrezza. L'operazione sarebbe laboriosa e perderesti un sacco di tempo. Te ne fai una ragione. Alzi il bavero, continui e riscopri la guida di anni fa. Pedaliera incernierata in basso, sterzo poco pronto, cambio a quattro rapporti con lunga escursione tra una marcia e l'altra. Pimpante, invece, il 1.600 a carburatori. E ancora: nessun rumore di meccanica e tanto meno fastidiosi cigolii di carrozzeria.

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Si "copre" in 11 secondi. Capita poi che ti diano le chiavi di un Maggiolino Cabriolet nuovo di pacca e, guarda caso, te lo consegnino con la capote abbassata. Nonostante la temperatura sia di poco sopra lo zero, fai l'impavido e parti. "Aperto" il Maggiolino Cabrio offre il suo atout migliore, che è poi il piacere di viaggiare con l'aria nei capelli. Man mano che la velocità aumenta la leggera brezza sopra le nostre teste non diventa mai fastidiosa grazie anche alla presenza del frangivento posteriore fornito di serie. Implacabile, invece, è il freddo intenso che pone fine al "piacere" di guidare il Maggiolino Cabrio in "plain air". Così, rallentiamo sino a 50 km/h e azioniamo il pulsante posizionato sulla console centrale. La capote ad azionamento elettrico esce dall'alloggiamento dietro i sedili posteriori, si alza, compie un ampio arco e in un attimo si aggancia automaticamente alla cornice del parabrezza. Tempo dell'operazione, 11 secondi che scendono a 9,5 in quella di apertura. E, quanto alla capote a tre strati, c'è ancora da dire che lo spessore contenuto favorisce la disponibilità di spazio nel bagagliaio. Anche nella configurazione con capote abbassata, infatti, la capacità di carico di è di 225 litri, volume che aumenta se si abbatte lo schienale posteriore frazionato.

Massima sicurezza. E poi c'è il rollbar costituito da due elementi ad azionamento automatico che fuoriescono all'occorrenza da dietro i sedili posteriori in pochi millesimi di secondo. E ancora, tra gli altri, Esp, Asr, Eds, regolatore di velocità, nonché airbag laterali anteriori (testa e torace), per conducente e passeggero. Ci mettiamo al volante del Maggiolino Cabriolet e guardiamo attorno. Gli interni sono pari a quelli della Golf come allestimenti e finitura, mentre un'"operazione nostalgia" ha ripescato alcuni elementi retrò come la plancia in tinta con la carrozzeria e il cassettino superiore davanti al passeggero che ad essere pignoli è un po' scomodo da aprire. Costruito a Puebla in Messico, lungo 4,28 metri, il Maggiolino Cabriolet offre una gamma molto articolata. Tra equipaggiamenti e propulsori c'è l'imbarazzo della scelta. Agli allestimenti Design e Sport si aggiungono infatti quelli speciali e accattivanti 50s Edition, 60s Edition e 70s Edition che costituiscono un omaggio al Maggiolino Cabriolet d'antan.

Motorizzazioni. Quanto ai motori si può contare sulla "solita" ampia scelta, "a la Golf", che comprendono unità a benzina e diesel. Partono dal piccolo benzina 1.2 TSI da 105 CV per arrivare al 2.0 TSI, anch'esso a benzina, che di cavalli ne sviluppa ben 200. Ci concentriamo sulla versione turbodiesel 1.6 TDI da 105 CV dato che sarà tra quelle più vendute in Italia. Anche a capote chiusa la guida al volante della nuova Maggiolino Cabrio è pura soddisfazione, non tanto per le prestazioni, che rientrano tutto sommato nella norma, ma perché consente di muoversi in tutta tranquillità e con grande fluidità dando il meglio di sé in tutte le situazioni di traffico. Sì, perché si può sfruttare la buona coppia del 1.600 turbodiesel che non ha evidenti ambizioni sportive, ma si fa apprezzare per la sua generosità e ben si accoppia al cambio meccanico a cinque marce. Consigliabile il doppia frizione Dsg a sette marce che, tuttavia, fa lievitare il prezzo di ben 1.900 euro.

Come va. Su strada, infine, il Maggiolino Cabriolet offre un buon confort di marcia grazie alla silenziosità della meccanica e, soprattutto, all'assoluta assenza di vibrazioni, o peggio, di fastidiosi scricchiolii messi in luce da alcune cabriolet. E quando si preme sull'acceleratore? Tranquilli, non delude. Dà una grande sensazione di sicurezza: ben piantato sulle quattro ruote, offre un apprezzabile comportamento dinamico grazie alla efficace rigidità della scocca e alle sospensioni che offrono un buon compromesso tra sportività e confort. Sia pure per un breve tratto ci siamo messi al volante della versione che costituisce la base della gamma, la 1.200 TSI Design. E non è male: buon confort di marcia così come l'handling, cambio meccanico a 6 marce accoppiato al riuscito benzina di 1.2 litri. Al minimo è talmente silenzioso che sembra "spento", ma poi, quando si dà gas eroga con una certa tranquillità i 105 CV promessi.

I prezzi. Si va dai 23.800 euro della versione 1.2 TSI Design ai 32.600 della 2.0 TDI Sport Dsg. Non pochi, specie se si "sceglie" tra i numerosi e accattivati optional. Quanto all'accenno iniziale, potrebbe sembrare un paragone un po' tirato per i capelli, ma il riferimento al Maggiolino Cabriolet anni'70 vuole semplicemente mettere in luce che il fascino di questa "aperta" della Volkswagen non si è perso negli anni.

Da Cap Ferrat, Emanuele Sanfront