La quinta generazione della Suzuki Swift non stravolge linee e dimensioni di questo modello, che resta ben sotto i quattro metri di lunghezza (384 cm per la precisione), ma sotto la carrozzeria più morbida e tondeggiante c’è in realtà un telaio tutto nuovo. Sotto quel design, rinnovato dal muso più basso e con una grande griglia, dai fianchi più sporgenti e muscolosi e dalla novità delle maniglie posteriori nascoste nei montanti neri (che contribuiscono all'effetto di tetto sospeso, soprattutto nelle versioni bicolore), si trova la recente piattaforma su cui è nata anche la Baleno. La sua caratteristica principale è la leggerezza: la Swift, in effetti, con un corpo vettura di appena 840 kg, pesa 120 kg meno del vecchio modello. Come vedremo, un’ottima premessa per agilità, prestazioni, handling e soprattutto efficienza.
Abbiamo guidato la nuova Suzuki Swift, la microibrida!
All’interno si scopre un ambiente completamente rivisitato e più curato, con particolari ricercati come il volante tagliato in basso e la console girata verso il guidatore (di 5°). Anche la Swift ora beneficia del sistema multimediale con touch screen da 7”, simile a quello degli ultimi modelli Suzuki. La consueta homepage divisa in quattro settori risulta facile da utilizzare e non mancano le funzioni Mirror Link e CarPlay per integrare gli smartphome e visualizzare le schermate sul grande display. Dentro, la Swift è stata modificata qua e là di qualche centimetro, in altezza e nello spazio tra i sedili anteriori (più distanziati di 2 cm), ma in fin dei conti si ritrova l’abitabilità del precedente modello, discreta per quattro. Quello che cambia maggiormente è, invece, il bagagliaio: allungato di circa 8 centimetri e reso più regolare, offre una capacità dichiarata di 265 litri (54 in più di prima), adeguata al tipo di vettura e alle necessità di quattro viaggiatori “leggeri”.

Nel cofano, ci sono due motori a benzina molto interessanti. Da una parte, il piccolo turbo tre cilindri 1.0 Boosterjet SHVS, dall’altra l’1.2 aspirato già apprezzato sulla Baleno, meno vivace, ma gradevole e capace di segnare percorrenze da record. Anche l'1.2, tra l’altro, può essere assistito dal piccolo propulsore elettrico nelle versioni SHVS (che sta per Smart Hybrid Vehicle by Suzuki). Per quanto riguarda le versioni 4x4, da sempre una caratteristica unica della Swift in questo segmento, questa trazione sarà disponibile soltanto con l’1.2 (e arriverà a settembre). Nel primo test, abbiamo guidato una 1.0 Boosterjet SHVS a trazione anteriore, nell’allestimento S, che rispetto alla Top Hybrid (dotata di cerchi da 16” e navigatore integrato, tra gli optional principali) aggiunge dettagli stilistici come la cornice cromata intorno alla calandra.
L’1.0 tre cilindri da 112 CV si rivela regolare, pronto fin dai bassi regimi e piuttosto vivace quando si tirano le marce oltre quota 5.000 giri. Il contributo dell’elettrico (che fa anche da motorino d’avviamento e alternatore) è difficile da valutare, perché al massimo fornisce un picco di potenza di tre cavalli, per alcuni secondi, ma questa sorta di “effetto kers”, per così dire, è più utile per il recupero di energia e il risparmio di carburante, che per aumentare le prestazioni. Tutto sommato, come dicevamo, le buone accelerazioni e riprese beneficiano maggiormente della massa molto contenuta della vettura. Lo 0-100 km/h dichiarato è infatti identico con o senza sistema SHVS: 10,6 secondi.

In sostanza, si tratta di un ibrido molto “mild”, leggero, che si affida a una piccola batteria supplementare sotto il sedile del passeggero davanti e che non consente di viaggiare, neanche per tratti molto brevi, con la sola spinta elettrica. Non è un "full hybrid" capace di spingere per qualche chilometro con la sola trazione elettrica (come quelli Toyota, per intenderci), bensì un sistema che ricorda lo Start&Stop evoluto delle Peugeot-Citroën di qualche anno fa, quelle dotate dell'e-HDi che poi è stato messo da parte per ragioni economiche. Ebbene, per quanto semplice e tecnologicamente non avanzatissimo, l'SHVS sorprende positivamente e consente consumi ridotti, con una media omologata di 22,5 km/litro (anche se sul nostro percorso misto di un centinaio di chilometri tra curve e saliscendi della Costa Azzurra, il trip computer ha segnato 15,2 km/litro).
La versione 1.0 SHVS prevede un cambio manuale a 5 marce (mentre più avanti arriverà come optional un automatico con convertitore di coppia a sei marce, con palette al volante), e si guida con apprezzabile maneggevolezza. Anche sul fronte del confort, si può essere soddisfatti. La Swift si dimostra abbastanza silenziosa alle medie andature e anche in autostrada i rumori aerodinamici e di rotolamento filtrano poco nell’abitacolo.

Tecnologia di bordo. Rispetto alla precedente versione, può contare sui nuovi dispositivi di assistenza alla guida che sfruttano la telecamera anteriore e il radar del cruise control adattivo. I soprannomi scelti dalla Suzuki ne rendono intuitive le funzioni: “Attentofrena”, l’avviso anticollisione, “Guidadritto”, che segnala il superamento delle linee di corsia, e ”Restasveglio”, che richiama l’attenzione del guidatore con avvisi sonori e luminosi se si accorge di eventuali traiettorie ondivaghe, tipiche del colpo di sonno. Sono dispositivi già visti sulla Baleno e più di recente anche sulla più piccola Ignis, e rappresentano un buon pacchetto sicurezza, di serie sulle 1.0 Top Hybrid e S (ma non disponibile sulle 1.2 Easy e Cool).
Prezzi. Il listino parte da 13.990 della 1.2 Dualjet Easy, mentre la 1.0 Boosterjet S costa 18.890 euro. Su tutte, è previsto uno sconto incondizionato (senza rottamazione o finanziamenti obbligatori) di 3.040. Il prezzo reale di attacco è dunque 10.950 euro, mentre per la versione provata occorre un assegno di 15.850 euro. Fino a giugno sarà disponibile una versione 1.2 Cool Launch Edition a 12.650 invece di 14.990 euro, con allestimento Cool arricchito da pacchetto stile e sensori di parcheggio.
Da Nizza Andrea Sansovini
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