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BMW Serie 8
Al volante della M850i

Alessio Viola da Estoril (Portogallo), Alessio Viola
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La BMW M850i dimostra per l’ennesima volta che l’8, dalle parti di Monaco, non è un numero qualunque. Basta pensare alla Z8, indimenticabile roadster fuori dal tempo. O alla i8, magnifica coupettona che i tempi, invece, li anticipa. E pure la nuova Serie 8 qualcosa da dire ce l’ha, eccome. Per esempio, riesce a stare lontana dall’idea della berlina con due porte (com’era il caso della Serie 6, soprattutto la prima dell’evo moderno, quella di Bangle) per accondiscendere in maniera più convinta alle richieste di chi, nelle due porte, cerca dinamismo e sportività.

Nuovi orizzonti. All’interno, l’impianto tipico della Casa non le impedisce di esibire novità di un certo rilievo. Tanto più di rilievo perché legate alla modernità elettronica che oggi va per la maggiore. Andiamo con ordine e partiamo dalla strumentazione. Il fatto di essere realizzata su pannello digitale è patrimonio consolidato delle BMW degli ultimi anni, ma fino a oggi si limitava a trasfondere nella virtualità lo schema consueto, ovvero con i due strumenti analogici ben presenti e in primo piano. Con la Serie 8, si passa a una configurazione più smart (e a una più ampia riconfigurabilità) liberamente ispirata, va detto, alla lezione dell’Audi Virtual Cockpit. A cominciare dalla possibilità di dedicare gran parte del quadro alla cartina del navigatore. Già che c’erano, è stata l’occasione per dare una spolverata anche all’i-Drive, e questa è la seconda novità importante. Menù e logiche di funzionamento sono stati rivisti e, quando cominci a utilizzarlo, diventa subito evidente che lo scopo era integrare meglio, sotto il profilo filosofico e pratico, la possibilità di utilizzare il touch screen. Il quale fino a oggi è stato presente (debuttò nel 2015, sulla Serie 7), ma con tutto il sapore dell’add on messo per soddisfare le richieste del pubblico più che per completare realmente la user experience.

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I 530 cavalli spingono forte. Le novità multimediali saranno pure interessanti, anzi lo sono, ma da che mondo è mondo una macchina come la Serie 8 la si compera per altri motivi. La guida, in primis. Cosa che, in linea di principio vale pure per una 840d, ma che nel caso di questa M850i diventa semplicemente centrale. Diciamolo subito: da questo punto di vista si può stare tranquilli. Massa (elevata) e dimensioni (cospicue) non sono le premesse migliori, ma gli artifici moderni tra meccanica ed elettronica danno luogo a un cocktail finale di notevole livello: le quatto ruote sterzanti (Integral Active Steering, nella nomenclatura di Monaco) si producono nel consueto miracolo e la rendono agile e manovriera. Siamo lontani da una Lotus Elise (serviva dirlo?), ma ancora di più dall’idea che questa sia una comoda berlina con due porte. S’infila bene nelle curve, le percorre con autorevolezza e di tutto il resto si incarica il V8. I suoi 530 cavalli spingono forte, con i turbo che fanno fiorire Newtonmetro già in basso e regalano un’esplosione di cavalli quando si insiste appena di più col piede destro. Ed è tutto questo bendidio da mettere a terra che ha spinto gli ingegneri a rendere più semplice la questione con l’adozione della trazione integrale. I pasdaran della bella guida lamenteranno che se fosse stato indirizzato sulle sole ruote posteriori la faccenda sarebbe risultata più avvincente. Il che può anche essere vero. Anzi lo è di sicuro. Ma è sicuro anche che sarebbe stato un rarefatto paradiso per pochi. La trazione anche sulle ruote davanti, invece, la renderà un po’ meno sanguigna, ma le dona facilità e prevedibilità, che non vanno sottovalutate.

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