Dopo quasi due anni, potrebbe avviarsi a soluzione la complicata questione della rimozione auto e delle ganasce bloccaruote per le auto in sosta vietata. È di oggi, infatti, l’annuncio di Linda Meleo, assessore alla Mobilità del Comune: “Il Servizio rimozione sarà internalizzato in Atac. Ci sarà un’acquisizione di bloccaruote e di 30 mezzi, tra cui ovviamente i carri, con alcuni bandi per l’acquisto che dureranno alcuni mesi. Abbiamo formulato una serie di ipotesi - ha spiegato l’assessore – e quella di internalizzare ci è sembrata la migliore sia sul piano organizzativo, sia finanziario. L’investimento sarà di due milioni contro i quattro che avremmo dovuto usare se avessimo scelto la via del mercato”. Fin qui, la politica.
Consorzio addio. Nei fatti, la situazione ha raggiunto livelli intollerabili da quando, nel novembre 2015, il servizio era stato sospeso per la mancata convalida dell’aggiudicazione al Consorzio laziale Traffico, che lo gestiva da tempo. La sosta in doppia fila è proliferata, soprattutto nelle zone a ridosso del centro, quelle in cui i parcheggi scarseggiano. Il vecchio sistema del biglietto sul parabrezza, con scritto “torno subito” o “citofonare a”, è tornato in auge contando sul fatto che il mezzo non correva il rischio di essere rimosso. I più ingegnosi lasciavano il portellone posteriore aperto per ore, simulando qualche attività di carico e scarico.... Pure la sosta sul marciapiede ha ripreso piede, contando sulla certezza di non trovare il mezzo “ganasciato” al ritorno. Mal che vada, scattava la multa da parte della polizia locale.
Costi e dubbi. La questione, però, è tutt’altro che risolta; il Pd capitolino, per bocca del consigliere Marco Palumbo, ha già puntano il dito su tempi e costi del servizio. “L'assessore Meleo ha annunciato che il servizio passerà all’Atac senza precisare modalità e tempi, ma solo un costo, di due milioni. È passato un anno, ma al di là dell'ennesimo annuncio non c’è nessuna certezza”. La situazione ha generato un paradosso finanziario non da poco: quello dei costi riversati dalla Prefettura sul Campidoglio. “L’indeterminatezza sui tempi di avvio del nuovo servizio, oltre a esasperare la situazione della viabilità - spiega Palumbo -, aggrava ulteriormente i costi delle rimozioni discontinue effettuate attraverso disposizioni della Prefettura, che puntualmente gira le fatture del singolo servizio all’amministrazione comunale”. La dichiarazione della Meleo, insomma, più che restituire fiducia pare stia già alimentando la bagarre.
Emanuele Mùrino
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