La Honda ha confermato l’undicesima vittima americana causata dalla rottura di un airbag prodotto dalla Takata: il fornitore giapponese ha dichiarato bancarotta poche settimane fa, ma il tragico bilancio dello scandalo continua ad aggravarsi.
Richiami ignorati. Secondo quanto riportato dalla Reuters, l’incidente è avvenuto nel giugno del 2016 a vettura ferma, durante una riparazione: la vittima, al lavoro sull’auto (una Accord del 2001), è stata investita dai frammenti metallici causati dall’esplosione del cuscino difettoso. Secondo il costruttore, i proprietari avevano già ricevuto 12 lettere di richiamo, ma il dispositivo non era mai stato sostituito.
Numeri sconcertanti. Negli Usa, il Takata-gate ha causato 11 vittime, mentre i decessi accertati a livello globale sono 17. A questi si aggiungono più di 180 feriti. Lo scandalo ha coinvolto 19 costruttori, per un totale di 125 milioni di veicoli. I richiami continueranno fino al 2019 e forse anche oltre: secondo alcuni analisti, i danni potrebbero ammontare a oltre 10 miliardi di dollari. Travolta dai debiti, l’azienda ha già trovato un accordo per la cessione della maggior parte dei propri asset all’americana Key Safety Systems, fattasi avanti con 1,59 miliardi di dollari: l'operazione dovrebbe concludersi all’inizio del 2018.
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