“In Italia manca una visione globale sul tema della sicurezza stradale, ci si muove solo sulla base di fasi emergenziali e della ricerca di consenso. L’attuale Codice della strada, datato addirittura 1992, è superato dall’evoluzione della mobilità. Non basta riformarlo, ma serve una legge delega che consenta di arrivare a un nuovo Codice tarato sulle nuove forme di mobilità e microbilità”. L’allarme è stato lanciato oggi a Milano da Roberto Sgalla, ex direttore del servizio di Polizia stradale, in occasione della consegna del premio Road safety award di Dekra Italia nel corso del Forum Automotive. Secondo Sgalla, devono essere riviste le pene, garantendone la certezza, prevedendo in particolare la sospensione della patente per i comportamenti più pericolosi, in particolare quelli legati all’uso degli smartphone. “Solo così”, ha sottolineato, “si potranno contrastare seriamente i numeri già oggi allarmanti di 600 pedoni e 350 ciclisti morti ogni anno, senza contare le 3.300 vittime degli oltre 172.000 incidenti che si verificano sulle nostre strade. I costi sociali legati agli incidenti stradali ammontano a 17 miliardi di euro. Un costo oggi insopportabile”.
Agenzia per la sicurezza stradale. L’allarme sui troppi morti e feriti registrati annualmente sulle nostre strade è stato rilanciato anche da Paolo Gandolfi, ex deputato e relatore della legge dell’omicidio stradale, secondo il quale anche l’Italia, come altri Paesi europei, dovrebbe dotarsi di un’Agenzia nazionale per la sicurezza stradale, competente non solo sulle infrastrutture, ma su tutto ciò che ha un impatto sulla sicurezza, cioè veicoli, tecnologie e conducenti.
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