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Incidenti
Codice della strada: cosa è cambiato davvero dopo la riforma?

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Il 14 dicembre scorso la riforma del Codice della strada ha compiuto un anno dalla sua entrata in vigore. Anche se alcune novità non sono ancora operative, si pensi al targhino e all’obbligo di assicurazione per i monopattini, grazie alle stime preliminari diffuse dall’Istat sugli incidenti stradali nella prima metà del 2025 è possibile fare una prima valutazione degli effetti che le novità hanno avuto – se ne hanno avuti – sulle strade.

Meno incidenti, morti e feriti

Partiamo dai numeri dell’Istat riferiti al periodo gennaio-giugno (tra parentesi la variazione percentuale rispetto allo stesso periodo del 2024): 

  • Incidenti stradali: 82.344 (-1,3%) 
  • Feriti: 111.090 (-1,2%) 
  • Morti: 1.310 (-6,8%) 

Sulla base di questi dati si può effettivamente affermare che la riforma ha prodotto un beneficio sulla sicurezza stradale. Questi numeri, però, come avverte l’Istat, sono preliminari e, anzi, sono “stime”. Dunque, sono da prendere con le molle perché sono soggetti a variazioni. Lo dimostrano gli analoghi dati diffusi un anno fa dallo stesso istituto di statistica sui primi sei mesi del 2024: 

  • Incidenti stradali: 80.057 (+0,9%) 
  • Feriti: 107.643 (+0,5%)
  • Morti: 1.429 (+4,0%) 

Codice della strada: cosa è cambiato davvero dopo la riforma?

Perché servono i dati definitivi

Prendendo a riferimento le stime del 2024, infatti, risulterebbe nella prima metà del 2025 un aumento degli incidenti del 2,9%, un incremento dei feriti del 3,2% e una diminuzione delle vittime dell’8,3%, ossia variazioni diverse da quelle stimate quest’anno.

Insomma, per fare un bilancio reale degli effetti della riforma del Codice della strada bisognerà aspettare i dati definitivi del 2025, che saranno diffusi a luglio 2026 (che le stime preliminari siano “ballerine” lo provano anche quelle del 2023, che avevano parlato di 79.124 incidenti, 106.493 feriti e 1.384 morti, numeri che avrebbero modificato le variazioni 2024 sopra riportate in, rispettivamente, +1,2%, +1,1% e +3,3%).

Codice della strada e sicurezza: il confronto con l’Europa

Non solo. Per una valutazione più completa la fotografia italiana andrebbe comunque contestualizzata all’interno della più ampia dimensione europea. Non perché i nostri numeri non siano veri, ma perché se, per esempio, nell’Unione si fossero registrate variazioni simili a quelle italiane sarebbe certamente un po’ più difficile affermare che ciò che è accaduto all’interno dei nostri confini sia attribuibile esclusivamente alla nostra riforma del Codice (ma sarebbe indubbiamente più facile sostenerlo se, invece, le nostre riduzioni fossero migliori o addirittura in controtendenza). Purtroppo, però, il dato di medio termine continentale non esiste. Dunque, per stabilire una relazione tra i dati sugli incidenti e la riforma del Codice si dovranno aspettare i dati 2024 definitivi, che arriveranno a fine luglio 2026.

Codice della strada: cosa è cambiato davvero dopo la riforma?

Le regole che cambiano: cosa prevede davvero la riforma

Per valutare l’effetto della riforma del Codice della strada non bisognerà limitarsi al dato complessivo, ma fare il più possibile riferimento alle norme di comportamento su cui il legislatore è effettivamente intervenuto, ossia uso del cellulare alla guida, obbligo di casco e di circolazione solo in ambito urbano per i conducenti dei monopattini (l’obbligo di targhino e di assicurazione Rc, come abbiamo detto, non sono ancora operativi), incremento dei limiti di potenza e potenza specifica per i neopatentati, cambiamento di impostazione relativamente alle sostanze stupefacenti, introduzione della sospensione breve per alcune pericolose violazioni.

Questo livello di dettaglio, però, non è disponibile sulle stime preliminari e, dunque, un’analisi “fine” non si può ancora fare.

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