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Formula 1
2008 - 2018: l'evoluzione dell'impianto frenante

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La Formula 1 è considerata l'apice dello sport motoristico, dove ricerca e sviluppo sono costanti e viaggiano con tempi inimmaginabili per qualsiasi altro sport o settore industriale. Basta mettere a confronto delle foto di una stessa monoposto all’inizio e alla fine dell’anno per notare notevoli differenze anche agli occhi di un appassionato senza competenze aerodinamiche.

Evoluzione costante. Se è già veloce nel corso di un anno, immaginate quante cose sono cambiate nell’ultima decade: prima di tutto, i motori. Nel 2008 le monoposto erano spinte da motori V8 aspirati da 2.4 litri, mentre oggi sono equipaggiate da un V6 turbo da 1.6 litri, che con l’ausilio di sistemi ibridi è capace comunque di erogare oltre 900 cavalli di potenza. È cambiata l’aerodinamica, così come si sono fortemente evoluti i sistemi di sicurezza. I pneumatici sono ora molto più grandi rispetto al passato e questo aiuta ad avere più grip in curva e in frenata. E a tal proposito, anche gli impianti frenanti hanno subito un’evoluzione degna di nota.

2008 - 2018: l'evoluzione dell'impianto frenante

Brake by wire e pinze più efficienti. L'evoluzione dell'impianto frenante è certamente un elemento da non sottovalutare in una Formula 1. Prima di tutto, oggi - a differenza del 2008 - le monoposto odierne sono dotate del sistema Brake By Wire. Quando un pilota preme il pedale del freno, i freni posteriori vengono attivati da un impianto idraulico ad alta pressione che, tramite una centralina elettronica, si interfaccia con i sistemi ibridi. Anche i dischi freno sono cambiati notevolmente, passando dai 200 fori del 2008 ai 1400 fori delle vetture attuali. L'incremento della superficie del disco esposta alla ventilazione garantisce, infatti, una migliore dispersione del calore, riducendo anche le temperature d'esercizio, che nei dischi in carbonio delle Formula 1 arrivano a picchi di un migliaio di gradi.

I piloti si sono adeguati. Le migliorie hanno anche influenzato lo stile di guida dei piloti. La Brembo - uno dei fornitori dei sistemi frenanti in Formula 1 - ha voluto rendere idea dell'evoluzione tecnologica mettendo a paragone i dati raccolti nel GP del Canada del 2008 e quelli dell'edizione 2018. I risultati sono incredibili: gli spazi e i tempi di frenata si sono ulteriormente accorciati, mentre i carichi sul pedale e le decelerazioni sono aumentate. Il dato più sorprendente è lo spazio di frenata: nel 2008, una staccata sul circuito di Montreal richiedeva in media 113 metri, mentre quest'anno ne bastano solamente 88: il 22% di spazio in meno! Come netta conseguenza, i piloti devono letteralmente pestare il pedale del freno: nel 2008, il carico medio sul freno era di 129 Kg, mentre adesso è salito a 134 Kg, una crescita che – come potrete immaginare - ha reso più faticosa la guida da parte dei piloti. Inoltre, questi nel 2008 erano sottoposti a una media di 4,2 G di decelerazione, mentre oggi si arriva a 4,8 G. Sono dati destinati a riconfermarsi anche su altre piste, come per esempio Monza, dove la decelerazione media è di 5 G, mentre quest’anno si potrebbe arrivare facilmente ai 6 G… davvero sovraumano!

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