La Dakar 2021 ha incoronato il suo vincitore: trent’anni dopo la sua prima affermazione tra le moto, Stéphane Peterhansel mette in bacheca il suo quattordicesimo successo nel rally raid più famoso del mondo. Il francese del team X-Raid Mini JCW ha avuto la meglio contro la Toyota del pilota qatariota Nasser Al-Attiyah, dopo un duello che si è delineato fin dalle prime fasi della gara e si è concluso solamente oggi, nell’ultima tappa.
Un altro successo di Mister Dakar. Al termine di una gara magistralmente condotta, Peterhansel ha aggiunto un’altra bella vittoria alla sua lunga lista. Nella fase finale di questa Dakar ha potuto gestire un piccolo vantaggio sul suo diretto rivale, ma guai a etichettare questo successo come una facile vittoria. “Da fuori probabilmente è potuta sembrare una vittoria facile, ma alla Dakar non esistono vittorie semplici”, ha affermato il francese. “Gestire quel piccolo vantaggio su Nasser è stato complicato, avevamo tanta pressione addosso e sapevamo che avevamo tutto da perdere. Per me è un record: 14 vittorie in tre diversi continenti e, per di più, a trent’anni dalla prima vittoria. L’esperienza e la capacità di mantenere la calma, credo siano queste due cose che mi abbiano aiutato a vincere”. Il francese ha corso questa edizione della Dakar insieme al suo nuovo copilota, Edouard Boulanger: “Fare squadra con lui è stato davvero fantastico. Devo dirlo: ha tutte le qualità per essere il miglior copilota nei rally-raid, ha imparato davvero velocemente e non ha commesso errori. Condividiamo la stessa passione, perché in passato è stato un motociclista”.
Al-Attiyah, il grande sconfitto. Lo scorso anno è arrivato secondo alle spalle di Sainz, quest'anno ha dovuto cedere a Peterhansel. Per la quinta volta in carriera, il qatariota è arrivato secondo: un boccone amaro da mandare giù. "Vorrei ringraziare la squadra, che ha fatto un lavoro fantastico", ha detto oggi. Poi, con una nota polemica, è tornato a criticare il regolamento dicendo: "Questo è il secondo anno che lottiamo contro i buggy, credo sarebbe giusto rivedere le regole affinché siano eque per tutti. I buggy vincono da cinque anni contro le auto 4x4 e non ci sono dubbi, non è una regola giusta. Spero che gli organizzatori cambino le regole, altrimenti non saremo più interessati a competere".
Opportunità persa per Sainz. Tra i delusi di questa Dakar non può che esserci anche Carlos Sainz. Il vincitore della scorsa edizione ha pagato caro gli errori di navigazione nella prima parte della gara, a causa dei quali ha perso oltre un'ora dai diretti concorrenti. Alla fine, lo spagnolo del team X-Raid Mini JCW ha chiuso terzo. Ma nei suoi occhi si legge la delusione per non aver potuto lottare fino alla fine. "Un podio è sempre un risultato importante, ma non posso essere contento al cento per ceto, perché avevamo l'opportunità di lottare per la vittoria. Non abbiamo fatto un buon lavoro con la navigazione e l'interpretazione del road-book. Non lo capivamo e abbiamo pagato caro. Sono comunque contento per la squadra e per Stéphane, che ha fatto un lavoro fantastico. Ecco perché lo chiamiamo Mister Dakar! Per il momento, non so se sarò ancora qui l'anno prossimo, valuteremo quali opportunità si presenteranno".
Addio a Pierre Cherpin. Anche quest'anno, purtroppo, la Dakar ha fatto una vittima. Proprio poco prima della fine dell'ultima tappa, gli organizzatori del rally hanno comunicato la notizia della morte di Pierre Cherpin, pilota francese deceduto cinque giorni dopo la sua caduta in moto per le gravi conseguenze riportate. Una notizia che fa passare in secondo piano l'aspetto sportivo e che costringe la carovana ad affrontare un altro lutto.
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