La Pedemontana va avanti. Il tribunale di Milano ha rigettato, dopo un paio di udienze e una serie di indagini, l’istanza di fallimento avanzata lo scorso luglio dalla procura di Milano. Il dossier che poteva far chiudere i battenti alla A36, ferma al palo da un paio di anni, dopo aver già bruciato 1,2 miliardi di finanziamento pubblico per l’apertura delle tangenziali di Como e Varese, della tratta A (raccordo A8-A9) e della tratta B1 fino a Lentate sul Seveso, mirava a mettere in luce una serie di conti e cifre che rendevano, stando alla procura, insostenibile il prosieguo dell’opera e l’esistenza della società stessa oltre il termine di gennaio 2018.
Rinegoziato il mutuo. I soldi in cassa sarebbero terminati anche per la gestione ordinaria della "macchina" di Autostrada Pedemontana Lombarda. E invece, con un contro-dossier e un concreto impegno, messo nero su bianco, la società Apl, con il sostegno (ancora una volta) della Regione Lombardia, è riuscita a prolungare i termini di restituzione del prestito ponte di 200 milioni che una cordata di banche aveva già concesso negli scorsi anni. Il debito è stato trasformato in mutuo da estinguere entro il 2034, ridando almeno per un po’ fiato all’opera e alla volontà di chi intende completarne la costruzione, ferma a un terzo degli 87 km previsti.
Servono almeno 5 miliardi. Grande soddisfazione nel quartier generale di Assago: "Ci lasciamo alle spalle un momento di difficoltà e una spinosa vicenda che ho dovuto affrontare appena insediato", ha commentato Federico Maurizio D’Andrea, presidente della società. "Questo è un risultato professionale che intendo condividere innanzitutto con il personale e il Cda, con Milano Serravalle e con la Regione, che non hanno mai fatto mancare il loro appoggio”. Trovato il contante, ora serve tornare a pensare in grande. Tanto quanto i 5 miliardi (metà circa per la realizzazione, metà per gli extra costi presentati dall’appaltatore) che si calcola dovrebbero servire sia per riattivare i cantieri sia per procedere alla realizzazione dei nuovi lotti, a partire dal B2, che dovrebbe piegare verso sud fino a Cesano Maderno e Desio, per poi svoltare a est verso Monza e il Vimercatese e quindi verso Bergamo.
Milano-Meda e diossina. Fra le criticità del prossimo lotto, c’è quella del tracciato che andrà a sovrapporsi, rimodernandola, alla ex Ss Sp35 Milano-Meda, fondamentale arteria gravata da 100 mila veicoli che entrano in città ogni giorno. La Pedemontana le cambierà l'assetto, abbattendo e ricostruendo ben 36 ponti, mentre sarà introdotto il pedaggio nel tratto che diverrà autostradale. C’è da aspettarsi che tornino i vari comitati per il No, fra i quali quelli della zona di Seveso, preoccupati che i terreni interessati dalla diossina del 1976, in mancanza di una bonifica accurata, possano restituire i veleni della tragedia di 40 anni fa.
Meglio finirla. Secondo il fronte del "Sì alla Pedemontana", chiudere la partita senza realizzare i nuovi lotti sarebbe più costoso che andare avanti. Intanto perché resterebbero sospese molte pratiche di esproprio e indennizzo ancora aperte. E in secondo luogo perché alla Pedemontana sono collegate opere di viabilità locale a compensazione per un totale di circa 100 milioni: circa 12 interventi per 70 km di strade, di cui solo uno è stato fino a oggi realizzato.
Piano B. Un fronte "intermedio" è quello sposato da alcune istituzioni della Provincia di Monza e Brianza, che ritengono che si dovrebbe "snellire" il progetto, evitando dove possibile la terza corsia e il concetto di autostrada, e facendo arrivare i lavori fino alle tangenziali milanesi, senza proseguire fino a Bergamo.
Il nodo degli appalti. Sul destino della Pedemontana pende, infine, anche il ricorso presentato da Strabag, colosso austriaco che, dopo aver realizzato l’ultimo lotto, si è aggiudicato anche il successivo B2, ma ha presentato un extra costo di 2,5-3 miliardi sul progetto iniziale.
Poco amata e costosa. Un’altra delle criticità dell'A35 è costituita dagli alti costi del pedaggio e dalla scarsa appetibilità della strada, che la rendono poco frequentata e quindi poco redditizia, nonostante le campagne di sconti. Nei giorni scorsi è stato anche abolito il pagamento rapido per gli automobilisti non "abituali". Ora è necessario registrarsi prima con il telepass o sul sito di Conto Targa, in modo che il pagamento, con il nuovo sistema free flow senza caselli, sia sempre tracciato e tracciabile, evitando così l’emorragia di passaggi mai riscossi che si è verificata nei primi anni di esercizio dell’autostrada.
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