Chi s'imbatte per la prima volta nella Materia non rimane mai indifferente. Può accadere che piaccia oppure, più spesso, che il commento sia "?ma che razza di auto è?". In ogni caso, il moto di stupore è più che giustificato: la linea "monoblocco", il muso corto, il posteriore squadrato non possono che far insorgere qualche perplessità.

Una linea del tutto anticonvenzionale, che sta riscuotendo successo negli Usa e in Giappone, che si sposa alla funzionalità di un abitacolo grande e flessibile e a una visibilità e manovrabilità che sfiorano la perfezione, doti che non guastano di certo.

Il punto debole di quest'auto, cui non è estraneo il design, è il consumo. Finché si viaggia in città o su una statale, la media oscilla fra 12 e 14 km/litro, ma quando s'imbocca l'autostrada son dolori: il serbatoio da 40 litri inizia a svuotarsi al ritmo di un litro ogni quattro minuti (a 130 km/h). Il motore però è brillante e generoso nel prendere i giri regalando alla Materia un'agilità insospettabile. La potenza, infatti, non manca (103 CV) e i dati di ripresa sono interessanti se si viaggia a minimo carico.

La bella sorpresa è all'interno: l'abitacolo è il più grande nella classe dei "tre metri e ottanta" e lo si capisce subito salendo a bordo. Sembra di varcare la porta di un soggiorno e di sedersi in poltrona, tant?è agevole l'accesso.

Anche qui, seppur meno ardita, si legge l'impronta di un designer dallo stile molto personale. Lo sterzo, abbastanza verticale, ha una risposta lenta, ma è progressivo e leggero in manovra. In curva si avverte che la Materia è ben piantata e non per merito di una gommatura esagerata, ma per un insieme telaio-sospensioni ben affinato. In pista, per tenuta di strada, ottiene i risultati di una sportiva.