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Hyundai Atos
Alla fine degli anni Novanta, la Hyundai Atos è stata una delle prime superutilitarie a proporre una carrozzeria “tuttospazio”, un primato che le è valso un discreto successo nei circa dieci anni di sua permanenza in listino. In pratica rappresentava una sorta di anello di congiunzione tra le citycar e le monovolume compatte, con un notevole sviluppo verticale delle lamiere in rapporto alla lunghezza totale, che è nell’ordine dei tre metri e mezzo. Queste scelte progettuali appaiono meno ardite sulla Atos Prime, il modello di punta della gamma Atos, riconoscibile per la parte posteriore ridisegnata con tratti meno decisi e per alcuni particolari estetici più ricercati. La Atos Prime risulta anche leggermente più bassa, una caratteristica che migliora leggermente l’aerodinamica e il comportamento stradale. Entrambe le varianti risultano omologate per cinque, ma i posti realmente comodi sono solo quattro. In ogni caaso, l’accesso alla zona posteriore è facilitato dalla presenza delle cinque porte. L’abitacolo è piacevole e pratico, molto sobrio ma comunque rifinito con una certa cura in rapporto agli standard del segmento. Ai suoi tempi, l’equipaggiamento era considerato buono, ma oggi il giudizio va rivisto: le versioni entry-level della Atos sono infatti prive anche di Abs e neppure la presenza del doppio airbag è da dare per scontata. Le cose vanno meglio sulle Atos Prime, ma anche in questo caso non si può mai contare sul controllo elettronico della stabilità.
I MOTORI
Gli annunci delle Hyundai Atos usate sono monopolizzati da un motore 1.0 12V che a seconda degli anni di produzione eroga dai 55 ai 59 CV. Questa potenza è la stessa erogata inizialmente anche dal 1.100 montato dalla Atos Prime, portato poi nel corso degli anni dai tecnici coreani a superare la soglia della sessantina di cavalli. Anche nelle versioni sulla carta meno prestanti la Atos si fa apprezzare su strada per la vivacità del propulsore. La sua propensione a salire rapidamente di giri consente di districarsi con facilità in ogni situazione, complice anche la corretta rapportatura del cambio manuale a cinque marce. Tutte le varie unità hanno consumi e costi di gestione contenuti.
PRO E CONTRO
Il pregio principale delle Hyundai Atos e Atos Prime è la loro notevole spaziosità in rapporto agli ingombri esterni. Sono infatti le classiche auto piccole fuori e grandi dentro, in grado di vantare anche una capacità di carico superiore alla media della categoria, grazie alla forma squadrata della coda. Apprezzabile il taglio del portellone, ampio ed esteso verso il basso, per portare la soglia di carico vicino al suolo. Il confort di marcia è complessivamente di buon livello. Le sospensioni hanno una taratura piuttosto morbida e svolgono bene il loro compito sullo sconnesso, garantendo anche un’adeguata tenuta di strada nei percorsi misti extraurbani. L’unica nota stonata - e non solo per modo di dire - viene dalla meccanica. La rumorosità del motore, decisamente avvertibile ai regimi più elevati, crea un certo fastidio nei trasferimenti autostradali.
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I MOTORI
Gli annunci delle Hyundai Atos usate sono monopolizzati da un motore 1.0 12V che a seconda degli anni di produzione eroga dai 55 ai 59 CV. Questa potenza è la stessa erogata inizialmente anche dal 1.100 montato dalla Atos Prime, portato poi nel corso degli anni dai tecnici coreani a superare la soglia della sessantina di cavalli. Anche nelle versioni sulla carta meno prestanti la Atos si fa apprezzare su strada per la vivacità del propulsore. La sua propensione a salire rapidamente di giri consente di districarsi con facilità in ogni situazione, complice anche la corretta rapportatura del cambio manuale a cinque marce. Tutte le varie unità hanno consumi e costi di gestione contenuti.
PRO E CONTRO
Il pregio principale delle Hyundai Atos e Atos Prime è la loro notevole spaziosità in rapporto agli ingombri esterni. Sono infatti le classiche auto piccole fuori e grandi dentro, in grado di vantare anche una capacità di carico superiore alla media della categoria, grazie alla forma squadrata della coda. Apprezzabile il taglio del portellone, ampio ed esteso verso il basso, per portare la soglia di carico vicino al suolo. Il confort di marcia è complessivamente di buon livello. Le sospensioni hanno una taratura piuttosto morbida e svolgono bene il loro compito sullo sconnesso, garantendo anche un’adeguata tenuta di strada nei percorsi misti extraurbani. L’unica nota stonata - e non solo per modo di dire - viene dalla meccanica. La rumorosità del motore, decisamente avvertibile ai regimi più elevati, crea un certo fastidio nei trasferimenti autostradali.
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