Volvo S80
I MOTORI
La Volvo S80 è stata proposta da nuova con una grande varietà di motorizzazioni. A guidare le vendite sono stati sempre però alcuni propulsori turbodiesel, che oggi dominano la scena degli annunci. La maggior parte delle inserzioni riguarda infatti le versioni a gasolio da due litri, battezzate a seconda delle epoche e delle potenze erogate 2.0D, D3 o D4, oppure le più prestanti cinque cilindri 2.4 con la sigla D5. Più rara risulta, invece, la S80 D2 1.6, con una cilindrata ridotta e dai consumi contenuti, ma con una flemma non adeguata al rango della vettura. Le S80 a benzina, nonostante la Casa abbia offerto alternative di ogni genere, dai vellutati 3.2 e 4.4 V8 aspirati ai due litri sovralimentati delle varie T4, T5 e T6, con potenze via via crescenti, risultano quasi introvabili. La maggior parte delle auto inserzionate è dotata di un cambio automatico, Powershift o Geartronic. I motori più prestanti sono sempre abbinati alla trazione integrale Awd, mentre per gli altri la trazione è anteriore.
PRO E CONTRO
Con la S80, la Volvo ha cercato di sfidare le concorrenti tedesche puntando soprattutto sulla sicurezza attiva e passiva, oltre che su un’elevata qualità della vita a bordo. Il guidatore è coccolato da un sedile comodissimo, ben profilato e perfettamente allineato con volante e pedaliera. Gli arredi sono realizzati con cura, buon gusto e sobrietà, ma si fanno apprezzare anche per ergonomia e praticità. Ottimo pure l’impianto di climatizzazione, facile da regolare ed efficace nel raggiungere la temperatura impostata in ogni zona dell’abitacolo. Anche i posti posteriori offrono un’ottima sistemazione, con tanto spazio sia in senso longitudinale sia trasversale, mentre è bene prestare un po’ di attenzione alla testa quando si sale e si scende. Una volta in movimento la Volvo S80 si dimostra gradevole, sincera e rassicurante in ogni frangente. Anche nelle manovre d’emergenza resta ben controllabile, nonostante la stazza importante. Le uniche vere critiche finiscono così per andare ai freni, che nelle prove hanno fatto registrare spazi d’arresto un po’ lunghi. Peccato, perché per il resto l’impianto si comporta bene anche sui fondi differenziati e non accusa segni di affaticamento.