La quinta generazione della station wagon medio-grande della Casa degli Anelli migliora un format molto apprezzato negli ultimi anni, senza fare rivoluzioni. Soprattutto a livello estetico dove, pur partendo da un foglio bianco, si nota l’attaccamento agli stilemi Audi. In ogni caso, le linee sono precise, spigolose, per un corpo vettura importante, da quattro metri e 73 centimetri di lunghezza, e con un passo di due metri e 82. Le novità più evidenti si concentrano nell’abitacolo, con lo spettacolare Audi virtual cockpit, il quadro strumenti riconfigurabile, in cui i classici indicatori possono lasciare il posto alla mappa del navigatore quasi a tutta grandezza. Sempre di riferimento finiture e assemblaggi.
Veloce e molto equilibrata, la A4 Avant con le motorizzazioni più richieste (2.0 TDI, tra cui si segnala la “190 CV”) si mostra piacevole, dinamica, molto sicura, senza essere estrema. Lo sterzo, infatti, si segnala soprattutto per precisione e progressività, e la vettura nel misto si mostra agile, più di quanto ci si aspetterebbe dalla taglia. Efficace il cambio automatico a doppia frizione a sette marce. Qualità che vengono esaltate nella versione di punta, 3.0 TDI 272 CV quattro tiptronic che, alle prestazioni elevatissime, abbina l’omogeneità di risposta del telaio e della trazione integrale e le reazioni sempre composte e sincere.