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Pneumatici
Pirelli P Zero: festa in famiglia

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Quando arrivo in autodromo a Monza c’è un’aria di festa. L’occasione è di quelle importanti: la nascita della quinta generazione del Pirelli P Zero, il prodotto che dal 1985 porta sulle auto stradali tutta l’esperienza del costruttore della Bicocca nel motorsport. Quale posto migliore, quindi, per riunire decine di auto sportive e vere e proprie supercar, per esempio le Pagani Utopia o Huayra R Evo Roadster?

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Sicurezza e durata. A marzo, il produttore della P Lunga ha annunciato l’arrivo del nuovo P Zero, con una gamma di 50 misure già disponibili comprese fra 18 e 23 pollici. Rispetto alla precedente generazione è stato rivisto il disegno - pur riprendendo nella spalla il family feeling introdotto con la terza generazione - per migliorare performance (anche sul bagnato), sicurezza, scorrevolezza e rumorosità. Fra le modifiche più evidenti ci sono la forma dei canali longitudinali (più aperti), mentre quelle invisibili riguardano le nuove mescole del battistrada e delle altre parti del pneumatico, oltre alla struttura interna più rigida. Il costruttore parla di netti miglioramenti in termina di frenata e handling (anche sul bagnato) e in fatto di resa chilometrica.

In buona compagnia.  Questa novità si aggiunge agli altri pneumatici della famiglia, che si chiamano P Zero E (progettato ad hoc per le elettriche sportive), P Zero R (per auto ancora più prestazionali) e P Zero Trofeo RS per le vere e proprie hypercar, come la McLaren W1, il bolide ibrido da 1.275 CV esposto proprio nell’headquarter di Pirelli alla vigilia dell’evento in pista.

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Performance green. E ci credereste se vi dicessi che proprio le P Zero Trofeo RS che la supercar inglese monta sono fra i prodotti dell’azienda milanese che più puntano sulla sostenibilità? Almeno il 50% dei materiali che le compongono è di origine naturale (caucciù, resine, lignina, rayon…) oppure ottenuto riciclando altri materiali. Lo sottolinea un apposito simbolo sul fianco del pneumatico, ad affiancare misure e codici di velocità da capogiro (la McLaren W1, per esempio, al posteriore ha delle 335/30R20 e può raggiungere i 350 km/h, autolimitati). Quanto alla provenienza e alla lavorazione del caucciù, un’altra indicazione sul fianco – la sigla FSC – richiama la certificazione internazionale sul rispetto di procedure di approvvigionamento rispettose delle foreste.

Il battistrada parla. L’ecosostenibilità è uno dei pilastri della strategia Pirelli, come ci conferma l’amministratore delegato Andrea Casaluci, insieme all’utilizzo delle nuove tecnologie: dalla prototipazione virtuale, all’uso di simulatori di guida, per arrivare al cyber tyre (chip e sensori da pochissimi grammi all’interno dei pneumatici ne permettono l’interazione con la vettura, come già avviene nella Pagani Utopia). E poi c'è ovviamente l’intelligenza artificiale: quest’ultima, sottolinea il chief technical officer Pierangelo Misani, permette non soltanto di ridurre i tempi di sviluppo (anche del 30% per le gomme stradali) e di limitare il numero di prove fisiche di prototipi (con benefici evidenti anche per l’ambiente), ma soprattutto di risolvere sfide tecnologiche all’apparenza insormontabili, come il coniugare performance, sicurezza e scorrevolezza. L’ingegner Misani cita fra gli esempi la classe di scorrevolezza A per il P Zero Winter: chiunque conosca le gomme invernali sa quanto sia difficile questo risultato.

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Ha le corse nel sangue. Il nuovo P Zero riassume bene tutti questi temi, oltre ovviamente all’esperienza maturata nelle corse: oltre ai metodi di progettazione, molti dei sofisticati macchinari per i test indoor nel reparto sperimentazione della Bicocca sono utilizzati anche per il motorsport, incluse quelle di Formula 1, della quale la Pirelli è fornitore unico dal 2011. Oltre alla massima serie, nelle competizioni Pirelli è attiva ogni anno in altri 350 campionati, e dal 2027 approderà anche in Moto GP, dopo essere diventata uni nei mondiali Superbike, Moto 2 e Moto 3. Ecco quindi spiegato perché oggi a Monza la famiglia P Zero si sente proprio a casa. E non in questa festa non poteva ovviamente mancare la Lancia Delta S4 Stradale, il modello che nel 1985 ha fatto debuttare la prima generazione di questo pneumatico.

Parlando di sport… A questo proposito, emblematico e divertente l’aneddoto che ci ha raccontato l’ex campione del mondo di rally Miki Biasion (trovate l’intervista video sul nostro canale Instagram), che ci ha rivelato come in occasione dei rally di Sanremo del 1985, contro il parere contrario del suo team manager Cesare Fiorio e di tutta la squadra decise di usare per una tappa bagnata della gara il pneumatico stradale usato nei trasferimenti fra una tappa ufficiale e l’altra: quella gomma era proprio il prototipo del P Zero. Come finì? Miki vinse la tappa…

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