Il secondo atto della Toyota C-HR andrà in scena tra pochi mesi, con vendite previste sul nostro mercato entro la fine di quest'anno. Agli esordi, ormai sette anni fa, questa Suv fece scalpore: dal design al concetto di base, che si cela dietro al suo acronimo (C-HR sta infatti per Coupé High Rider, ossia “coupé rialzata”), era la Toyota che non t’aspetti: aggressiva, appariscente e sfrontata anche a costo di risultare in certi aspetti poco pratica (visibilità posteriore e bagagliaio non erano certo suoi punti di forza). La nuova generazione, da noi ricostruita incrociando le indicazioni fornite dai brevetti del modello circolati in rete e le linee della concept Prologue, riparte con la medesima istanza polarizzante, almeno per quanto riguarda lo stile, ma con l’inedita possibilità di scegliere fra due diversi livelli di elettrificazione: ibrido full oppure plug-in. E l'elettrico? Ci sarà, anche nel suo segmento, ma su un modello che vivrà di vita propria.
Come sarà: design e dimensioni. Osare ha premiato: dal 2017, in Europa, le consegne sono costantemente sopra le 100 mila unità annue (fonte Carsalesbase), dunque era logico ripetersi. La nuova Toyota C-HR, così, sfoggerà ancora forme spigolose (seppure un po’ meno di prima), linee taglienti e un lunotto che sembra una rampa da snowboard. Nemmeno il frontale a cuneo verrà abbandonato, puntando su un impatto visivo, se possibile, ancora più incisivo rispetto a quello del modello corrente, dettato da gruppi ottici più sottili e da un’impronta a “X” della calandra maggiormente accentuata. In più punti, specialmente sui fianchi, risuonano echi della famiglia bZ, quella delle elettriche pure. La base tecnica, infatti, è ancora la piattaforma Tnga per modelli di segmento C, sulla quale nascerà una vettura dalle dimensioni simili a quelle del modello attuale, lungo 4,39 metri.
Gli interni? Guarda la Prius. Al momento manca una preview degli interni, e nemmeno la concept Prologue ha fornito indicazioni in questo senso. Il fatto che la nuova C-HR segua a ruota la Prius V, rinnovata completamente negli ultimi mesi e realizzata sulla stessa base tecnica, lascia però immaginare che tra i due modelli ci saranno diverse similitudini, per quanto riguarda l’abitacolo. Aspettiamoci, dunque, una plancia dallo sviluppo più orizzontale, con il quadro strumenti (digitale) in posizione rialzata e, al centro, un display dell’infotainment più ampio (12,3”). Se questa stretta parentela verrà confermata, l’interfaccia uomo-auto dovrebbe poi mantenere, come sulla Prius, una buona dose di comandi fisici, per lo più concentrati in una pulsantiera a mezza altezza tra lo schermo multimediale e il tunnel centrale.
Con la spina oppure no. Nel cofano, invece, le strategie dei due modelli dovrebbero divergere. Posto che in Europa entrambe puntano tutto sull’ibrido, la Prius ha scelto – in modo piuttosto radicale – di intraprendere la sola via del plug-in, mentre la C-HR seconda serie, abbandonato il benzina “liscio” già da tempo, affiancherà a una proposta ricaricabile le classiche alternative full hybrid. Che, come già visto sulla Corolla, sono state evolute ma non stravolte, aumentando la dote di cavalli offerta da entrambe i powertrain, da 1.8 e 2.0 litri: con il primo portato a 140 cavalli e il secondo vicino a quota 200. La vera novità, come detto, sarà tuttavia la versione ricaricabile. La nuova C-HR sarà prodotta a Sakarya, in Turchia, dove, per la prima volta in Europa, la Casa giapponese destinerà una linea alla produzione di batterie: quelle, appunto, per il plug-in della Suv-coupé, che potrebbero avere la medesima capacità degli accumulatori in dote alla Prius (13,6 kWh). Se, com’è probabile, ci troveremo di fronte al medesimo powertrain, la configurazione prevederà, in abbinamento alla trasmissione e-Cvt, un quattro cilindri da 2.0 litri a ciclo Atkinson e un’unità elettrica da 163 CV, per una potenza di sistema di 223 cavalli. Un discreto salto per la C-HR, che ad oggi arriva al massimo a 184 CV.
L’elettrica pura. Ma non finisce qui. In occasione dell'ultimo Kenshiki Forum di Bruxelles, la Toyota ha mostrato due prorotipi: uno è la già citata Prologue, su cui si basa la prossima C-HR, e l'altro è una vettura, del tutto simile nelle forme, nello stile e di dimensioni sempre in zona 4,5 metri, denominata provvisoriamente bZ Compact Suv. Quest'ultima prefigura un modello puramente a batteria che, all'interno del portfolio della Casa, andrà a collocarsi sotto la bZ4X. In sostanza, un'omologa elettrica della C-HR, ma appartenente a un'altra famiglia. Che potrebbe essere battezzata bZ3X e affiancata alla seconda serie della nota Suv-coupé.
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