
I dispositivi alcolock debuttano nella normativa europea sulle patenti. Il 24 aprile scorso l’Ue ha approvato la direttiva 2015/653 che modifica la 2006/126 e che introduce i cosiddetti alcohol interlock devices, o, più semplicemente, alcolock, cioè i dispositivi che bloccano la messa in moto della vettura nel caso in cui il conducente sia in stato di ebbrezza alcolica.
Nuova direttiva sulle patenti. “Per migliorare la sicurezza stradale”, si legge nella premessa del provvedimento, “diversi Stati membri dispongono o hanno in previsione di adottare programmi che impongono ai conducenti di guidare esclusivamente veicoli dotati di un dispositivo di tipo alcolock. Per agevolare la diffusione e l'accettazione dei dispositivi di tipo alcolock, e tenendo conto delle raccomandazioni dello studio sulla prevenzione della guida in stato di ebbrezza mediante l'uso di dispositivi di tipo alcolock”, prosegue la premessa, “dovrebbe essere introdotto a tal fine un codice armonizzato”.
Arriva il codice 69. Codice che, appunto, viene introdotto con il numero 69 che così recita: “(patente, ndr) limitata alla guida di veicoli dotati di un dispositivo di tipo alcolock conformemente alla norma EN 50436”. Accanto al codice potrà anche essere indicata, facoltativamente, una data di scadenza. Per esempio, su una patente potrà essere indicato il solo codice 69 oppure una dicitura del tipo: 69 (1.1.2016), cioè obbligo di guidare veicoli dotati di dispositivo alcolock fino all’1 gennaio 2016.
In Italia una legge entro il 2017. La direttiva entra in vigore il 15 maggio prossimo ma gli stati membri dell’Unione hanno tempo per adottarla fino all’1 gennaio 2017. Ciò, ovviamente, non significa che entro quella data tutte le auto dovranno essere dotate di questo dispositivo. Significa semplicemente che entro il 2017 la legislazione italiana sulla patente dovrà prevedere questa possibilità. E’ chiaro però che la strada imboccata dall’Europa va decisamente in questa direzione: “agevolare la diffusione e l'accettazione dei dispositivi di tipo alcolock”. Più chiaro di così.
Mario Rossi
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