La tariffa aumenterà dal 1° novembre
Scatterà il 1° novembre 2021 il clamoroso aumento della tariffa delle revisioni, introdotto con un emendamento ispirato dalla lobby degli autoriparatori durante la discussione attorno alla legge di bilancio per il 2021, approvata dal parlamento alla fine dell’anno scorso. La tariffa base passa dunque da 45 a 54,95 euro (+22%). Se il controllo periodico viene effettuato, come di norma accade, in un centro revisioni privato, a questa cifra vanno aggiunte l’Iva (22%), la tariffa motorizzazione (10,20 euro) e le spese postali (1,78 euro), per un totale di 79,02 euro, il 18% in più rispetto ai 66,88 euro che si pagano adesso.
Mazzata da 200 milioni di euro. La data di entrata in vigore dell’incremento è stata fissata da un decreto del ministero delle infrastrutture del 3 agosto scorso anticipato dall’Asaps, l’Associazione dei sostenitori e degli amici della polizia stradale. In uno studio realizzato da Quattroruote e pubblicato sul numero di febbraio 2021, calcolammo un extra costo, per gli italiani, pari a circa 200 milioni di euro all’anno, soldi che si spartiranno i sempre più numerosi centri revisioni privati sparsi per l’Italia. Al 31 dicembre 2020 risultavano autorizzate ben 9.143 officine, 71 in più rispetto alle 9.072 del 2019 ma ben 1.541 in più rispetto a quelle autorizzate a fine 2013 (7.602). Insomma, in un mondo, quello dell’auto, da anni in crisi, il business delle revisioni continua ad attrarre operatori se è vero che in appena sette anni i centri autorizzati sono aumentati di oltre il 20%.
Ogni officina incasserà 100 mila euro all’anno. Prendendo a riferimento l’ultimo anno “normale” prima della pandemia, nel 2019 i 9.072 centri privati effettuarono circa 16,2 milioni di controlli per un incasso medio netto pari a ben 80.661 euro. Nel 2020, causa Covid e le varie proroghe concesse dal legislatore, le revisioni nei centri privati sono leggermente diminuite a circa 15 milioni ma dovrebbero superare i 16 milioni già a partire da quest’anno. In pratica, con le nuove tariffe ogni centro revisioni sfiorerà, in media, i 100 mila euro annui di incasso netto. I ricavi, ovviamente, dipendono dall’anzianità del circolante nelle varie province e dalla densità di centri revisione sul territorio. In base all’analisi realizzata da Quattroruote e pubblicata sul numero di febbraio 2021, risultava che i centri più “ricchi” erano quelli liguri, con ricavi, in media, superiori a 121 mila euro all’anno. In coda le officine lucane, con, in media, appena 52 mila euro all’anno.
Per i primi 400 mila (forse) arriverà un bonus. Per mitigare, parzialmente, gli effetti di questa mazzata, la legge prevede l’erogazione di un “buono veicoli sicuri”, del valore di 9,95 euro, destinato a chi, tra il 2021 e il 2023, dovrà sottoporre il proprio veicolo a revisione. Premesso che il meccanismo di erogazione del contributo non è ancora stato definito, il bonus, comunque, non sarà per tutti. Infatti, il parlamento ha stanziato per questa iniziativa appena 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021-2023 e ha previsto il contributo “per un solo veicolo a motore e per una sola volta” nel triennio. A conti fatti potranno usufruirne appena 402 mila persone all’anno su 17 milioni (16 milioni nei centri privati e un milione nelle sedi della motorizzazione), i primi che sottoporranno a controllo il veicolo a partire dalla data in cui il contributo sarà materialmente disponibile.
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