In giro sulla rete si vedono un sacco di cameracar ripresi per i circuiti di mezzo mondo. Piloti improvvisati che si schiantano al Nürburgring a 60 all'ora, piloti improvvisati che evitano lo schianto di un pelo, piloti improvvisati che s'ingarellano con improvvisati rivali salvo poi schiantarsi entrambi.
Magic. E basta. Per tutti coloro, una piccola dimostrazione su come si guida in pista una macchina veloce. Nella fattispecie, una Honda NSX, supercar al gusto giapponese che nei primi anni 90 fece venire i sudori freddi alla Ferrari e alla Porsche. Il signore che, con occhiali da sole e calza bianca, la spara fra i cordoli di Suzuka si chiama Ayrton Senna, all'epoca pilota della scuderia giapponese. Il fatto che evidentemente sia un filmato promozionale non induce il brasiliano a prendersela comoda. Anzi. Il contagiri è quasi sempre fra i seimila e gli ottomila giri, mentre il piede mocassinato è incollato au fond.
Allora, si faceva così. Al di là del mostruoso ritmo (per chi non ricorda, l'NSX Type R del 1992 aveva un sei cilindri aspirato tremilaedue da 280 CV: nulla rispetto a oggi, ma il peso era di poco superiore ai 1250 kg), il video mostra come si portavano le macchine a motore centrale quando non c'erano i sistemi elettronici di stabilità o i cambi sequenziali oggi imperanti. Ogni entrata in curva è un puntatacco per evitare il bloccaggio del posteriore e tenere su il regime; ogni uscita è un dosato calibrare l'acceleratore – in stile telegrafo – per indurre, alternativamente, il sottosterzo o il sovrasterzo. E poi via di traverso. Una lezione di guida da uno dei più grandi. E una lezione d'umiltà per tutti noi, piloti improvvisati. G.L.P.
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