La Ferrari è il marchio sportivo che più di ogni altro ha evoluto il concetto di "auto su misura". I bolidi del Cavallino possono essere configurati a immagine e somiglianza del (fortunato) proprietario, sin nei minimi dettagli: oltre al normale catalogo dei contenuti opzionali, infatti, ci sono i cosiddetti allestimenti speciali, attraverso cui i ferraristi possono creare – con programmi a livelli crescenti di esclusività – vetture ancora più in linea con i loro gusti. Indispensabile il supporto di un team di esperti, presenti nelle concessionarie e nei tre centri gestiti direttamente dalla Casa e dotati di un atelier dedicato, situati a Maranello, New York e Shanghai.

Come dal sarto. All’apice dell’offerta bespoke figura il programma Tailor Made, che assicura una personalizzazione sartoriale e che affonda le proprie radici nella storia del Cavallino: “Prosegue quella tradizione che fa parte del Dna del marchio sin dalla nascita negli anni 40, un’epoca in cui si personalizzavano le automobili scegliendo in grande libertà tessuti, pelli, ebanisterie, colori e finiture, al fine di renderle realmente uniche e cucite su misura”, ricordano a Maranello. “Oggi la scelta di lavorazioni e tonalità è illimitata e consente al cliente di optare anche per materiali non immediatamente provenienti dal mondo automotive”.
Il personal designer. I clienti che aderiscono a questo programma sono assistiti da un team di esperti guidato da un personal designer, che ha il compito di garantire l’unicità delle realizzazioni e la coerenza con la tradizione Ferrari. “Il programma prevede la visita del cliente presso i centri Tailor Made, veri laboratori sartoriali dove è possibile scegliere e toccare con mano i materiali da utilizzare, selezionando i campioni. Durante l’incontro, il designer interpreta i desideri del cliente, sottoponendogli diverse configurazioni e mostrandogli su uno schermo in tempo reale l’anteprima virtuale dell’automobile che verrà poi venduta tramite il concessionario di riferimento”.

E poi ci sono le “uniche”. A pochissimi fortunati che desiderano andare ben oltre il Tailor Made si rivolge il programma Progetti Speciali: trattasi delle ormai celebri one-off, caratterizzate da un design esclusivo elaborato sulla base delle richieste del cliente, che diventa così proprietario di un modello prodotto in un esemplare unico, realizzato a partire da una piattaforma esistente. “Ciascun progetto parte dall’idea del committente, sviluppata insieme a un team di designer del centro stile Ferrari. Dopo aver definito gli aspetti di design, si passa alla realizzazione di dettagliati disegni tecnici e di un modello in scala. Poi inizia la costruzione della vettura unica. Il processo richiede oltre un anno, durante il quale il cliente viene coinvolto in tutte le fasi di sviluppo e verifica progettuale”.
Richieste in aumento. Quanti sono, in termini percentuali, i ferraristi che optano per contenuti extra catalogo? “Il numero è in continua crescita, maggiore di quanto si potrebbe pensare, specie sui mercati più sviluppati per il marchio, quindi, Stati Uniti, Europa (in particolare Gran Bretagna, Germania e Svizzera) e Giappone”, afferma Maranello. Le richieste più comuni sono quelle relative a verniciature personalizzate a più strati, all’utilizzo di pelli e tessuti speciali o trame speciali di fibra di carbonio.
Oltre i due milioni (di euro). Bocche cucite sui prezzi di questi extra. Tuttavia, è noto che una one-off può superare di slancio i 2 milioni di euro. Ai ferraristi del resto non mancano denari. E fantasia: “Tra le realizzazioni più curiose possiamo senza dubbio citare la riproduzione integrale dell’allestimento di una vettura storica posseduta dal cliente; il campione di un colore tratto da oggetti di sua proprietà; il sottocofano con la firma di tutti gli addetti che hanno assemblato e progettato la vettura; l'acquisto di due o più esemplari dello stesso modello, con allestimenti diversi”, elenca la Casa del Cavallino.

Ambasciatori di “ferrarità”. Esiste però un “limite invalicabile” oltre cui il costruttore declina la richiesta del cliente. In primis, non si possono modificare elementi inerenti meccanica, sicurezza, omologazione, oppure dettagli che vadano a inficiare le prestazioni né a potenziarle rispetto agli equipaggiamenti opzionali da catalogo. Inoltre, “dal momento che i livelli più elevati dell'offerta delle personalizzazioni sono appannaggio dei clienti più affezionati, ovvero dei migliori conoscitori della nostra storia, spesso non c’è bisogno di porre limiti. Sono loro stessi a trovarsi in prima linea con il marchio in qualità di brand ambassador, difensori dei nostri valori e della nostra storia”, spiegano alla Ferrari.
Lavoro di squadra. Se è vero che i ferraristi possono proporre le proprie idee di personalizzazione, lo è anche il fatto che, prima di avviarne il processo produttivo, tutto è vagliato dai personal designer e più in generale dal team dedicato per valutarne l'omologabilità e la coerenza ai valori del brand. Il tutto è orchestrato da un’unità organizzativa preposta esclusivamente a questo settore, che coordina sviluppo e commercializzazione dei contenuti, nonché le attività degli atelier. Un gruppo di lavoro interfunzionale che coordina tutte le aree aziendali coinvolte, fra cui il centro stile Ferrari, guidato da Flavio Manzoni.
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