Anche se il suo nome è associato alle vetture Sport e GT d'eccellenza - per non dire delle monoposto Formula e Indy - pochi sanno che Dallara ha avuto un ruolo significativo anche nel rilancio del marchio Bugatti. Se oggi le automobili di lusso costruite a Molsheim sono le più prestazionali, esclusive, pregiate e di conseguenza costose del sistema solare, lo si deve anche all'esperienza dell'azienda emiliana.
Il primo contatto con il pianeta Volkswagen, da tre anni proprietario di Bugatti, avviene nel 2001 per la collaborazione al progetto Veyron. Come sempre, la commessa riguarda le specialità di casa: quindi scocca, dinamica e aerodinamica, schema delle sospensioni. Al Salone di Ginevra di quell'anno la Veyron è annunciata come la hypercar stradale tecnologicamente più raffinata, potente e veloce della storia, con mille e un cv di potenza e oltre 408 km/h di punta. Il problema è che i prototipi non risultano abbastanza sicuri. Un dettaglio non trascurabile considerando la velocità di curvatura e il prezzo di listino astronomico: un milione di euro. Bugatti bussa alle porte di Dallara dopo la distruzione di 16 prototipi in altrettanti crash test insoddisfacenti. A Varano studiano il problema, adottano una metodologia diversa, effettuano calcoli strutturati più sofisticati e provano una simulazione dietro l'altra, finché la Veyron supera i controlli più severi. Le prime consegne arrivano finalmente nel 2005, per un'operazione di branding in cui il Gruppo VW perderà 4,95 milioni di euro per ciascuno dei 450 esemplari costruiti. Un pedaggio che non può essere certo imputato a Dallara, che anzi fa la differenza con il telaio composto dalla cellula centrale in fibra di carbonio, con i consueti telaietti ausiliari all'avantreno e al retrotreno. L'ultima Veyron, "La Finale", è consegnata nel 2015, dopo la solita passerella sul red carpet di Ginevra. Si tratta della versione roadster Grand Sport Vitesse numero 150.
Tutto è bene quel che finisce bene. Se non che, da tempo si pensa a un'erede ancora più sensazionale. L'apporto di Dallara è stato così apprezzato, che da Molsheim lo richiamano per sviluppare il progetto intitolato con il cognome del pilota monegasco Louis Chiron. Anche stavolta si tratta di una sfida tecnologica verso l'infinito e oltre: un'ipersportiva spinta dal propulsore W16 a quattro turbocompressori bi-stadio, che sale dai 2.000 ai 6.000 giri senza procurare alcun ritardo di risposta. Un'accelerazione elettrica, ma su un'hypercar endotermica. Con Juan Pablo Montoya al volante e partenza da fermo, la Chiron avrebbe raggiunto i 400 orari in appena 42"; ma la velocità massima sarebbe stata stratosferica, con qualcosa come 1.500 cv di potenza a disposizione.
Per la Chiron, a Varano De Melegari si rimettono a studiare, affinano, ottimizzano l'esperienza maturata sulla Veyron. L'asticella è posta ancora più in alto: la monoscocca realizzata dalla Dallara Compositi ha valori torsionali pari a quelli dei protototipi del campionato LMP1 di Endurance. Una struttura in fibra di carbonio da 24 Ore di Le Mans, in sostanza. Il fondo della Chiron sfrutta i flussi inferiori allo stato dell'arte, grazie alle forme e ai deviatori frutto dell'esperienza in pista di Dallara. L'auto è dotata di quattro ammortizzatori a controllo elettronico e trazione integrale permanente, con cambio a sette velocità e tre differenziali. L'elettronica interagisce anche con l'aerodinamica attiva e passiva, per garantire la massima efficienza e sicurezza in ogni condizione. La penetrazione dell'aria della sezione frontale è straordinaria, gli spoiler e gli splitter sono autentici estrattori che convogliano l'aria sia verso l'impianto frenante, sia verso il retrotreno, per assicurare il massimo carico aerodinamico. Decelerazione e stabilità sono accentuate dall'ala che si attiva in frenata su quattro posizioni.
A differenza di altre hypercar "platoniche", la Bugatti Chiron oltrepassa l'esercizio di stile per essere fruibile ai 500 fortunati che possono permettersela. Di qui il suo successo commerciale nelle varie serie limitate, con un centinaio di scocche all'anno prodotte da Dallara Compositi. La Chiron è però destinata a prendersi i titoloni per il record di velocità per auto di serie ottenuto nella versione Super Sport, il 2 agosto. Anche in quei 490 km/h registrati c'è lo zampino degli specialisti Dallara.
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