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Le storie e le auto delle nostre estati: da quelle che hanno inaugurato la motorizzazione di massa a quelle che ci accompagnano tutti i giorni, o che popolano i nostri sogni e ci fanno guardare lontano. Buona lettura sotto l’ombrellone! E buone vacanze

Curiosità

Estate italiana
Anni 60, si inizia a correre

SFOGLIA LA GALLERY

Gli anni 60 sono anni veloci, anche nel reagire alla prima crisi economica del dopoguerra: liquidata in un annetto e dimenticata con una crescita di oltre il 6% (annuo). E dopo averlo sognato nel decennio precedente, è in questo che gli italiani si scoprono finalmente gente a quattro ruote (visto che si passa dal milione di auto o poco più di metà anni 50 ai quasi 10 milioni di fine 60). “Andavo a cento allora”, cantava l’esordiente Gianni Morandi nel 1963: sì perché il mito della velocità è contagioso. Perfino chi costruisce trattori sogna di farsi la propria “sportiva”. Come Ferruccio che, a Sant’Agata, fonda quella Lamborghini che una manciata di anni dopo, produrrà la prima supercar della storia: la Miura.

Ma a prendere il volo non sono solo le auto, perché con le Olimpiadi di Roma (1960) viene inaugurato anche il nuovo aeroporto dell’Urbe: “Leonardo da Vinci”. E il turismo italiano decolla.

Il 3 febbraio dello stesso anno esce nei cinema “La dolce vita” di Fellini. Uno spot da Oscar (vinto nel 1962) per il Belpaese, eppure agli italiani sembra un film visto nel retrovisore: perché ormai racconta un mondo quasi... sorpassato. Come si vede nella pellicola che immortala al meglio questo decennio: “Il sorpasso”, appunto, di Dino Risi. Altro che (solo) inno all’Aurelia: questo è un manifesto del malessere di un Paese che sarà “Bel” quanto vuoi, ma che deve combattere contro noia e alienazione. Il prezzo che si paga al progresso (Pasolini insegna). Come? Non fermandosi mai...

Andazzo che capiscono anche a Sanremo, dove s’inventano un festival itinerante: il Cantagiro. La formula è quella di un Giro d’Italia per cantanti. E così, con gli artisti che pedalano su e giù per lo Stivale (scarrozzati sul bolide del momento col proprio nome scritto a chiare lettere sul muso), per una sera anche il paesino più sperduto si scopre canterino.

“Non ho l’età” della Cinquetti (vincitrice di Sanremo nel 64) è il lento dell’estate e si cena al chiaro di luna con “Una rotonda sul mare” di Fred Bongusto. Ma nei festini sotto gli ombrelloni la musica è cambiata. Dall’Inghilterra sono arrivati i Beatles e dal centro di Roma, i successi del Piper. Il locale nel quartiere Coppedé che farà invecchiare di colpo balere e dopolavori canori.

Anni 60, si inizia a correre

Ormai nelle domeniche di bel tempo si viaggia più dei lunedì: mare, monti, campagna. La gita fuoriporta, soprattutto d’estate, è irrinunciabile. Ma come hanno fatto mogli e fidanzate a schiodare mariti e spasimanti dalle partite? Per fortuna ci ha messo lo zampino Mamma Rai che, dal 1960, diffonde nell’etere “Tutto il calcio minuto per minuto”. Adesso, per seguire i propri beniamini del pallone, basta una radiolina a transistor (come la Marelli RD301, praticamente tascabile; anche se i connoisseur avevano orecchie, e occhi, solo per le Cubo della Brionvega). E così, negli anni della televisione (sempre più) per tutti, la radio continua ad essere la compagnia preferita: perché ti segue ovunque. Luciano Rispoli rivoluziona i palinsesti e programmi come Bandiera gialla, Alto gradimento e La corrida, trasformano Arbore, Boncompagni e Corrado in voci della porta accanto.

Nel 1960 la 500 diventa Giardiniera, la baby wagon, come soprannominano la familiare in scala ridotta i vacanzieri americani, è una supereroina. Durante la settimana è la macchina da lavoro di imbianchini, panettieri e falegnami e la domenica, grazie al tettuccio apribile, fa sognare a tutta la famiglia di essere sulla 124 Spider (che, dopo la 850 spider, è la cabrio più abbordabile di casa Fiat). La tratta Chiusi-Orvieto viene aperta nel 1964, morale, l’autostrada del Sole è finita. E l’Italia si accorcia all’improvviso.

Come sempre, sotto l’ombrellone si leggono i premiati dello Strega. “La ragazza di Bube” di Cassola, certo, ma in realtà negli anni ‘60 sbocciano le scrittrici, profonde e ironiche: Natalia Ginzburg, Lalla Romano e Anna Maria Ortese. “Stessa spiaggia, stesso mare” si fa per dire, perché oltre ai lidi romani, alle riviere romagnole e liguri, alle costiere campane (isole comprese), la stella della Bardot illumina a giorno Saint Tropez, in Sardegna l’Aga Khan s’inventa la Costa Smeralda (1962) e nel continente ritorna prepotentemente la Versilia. Con il Forte (dei Marmi) e i suoi locali: La Capannina in testa. È in questi anni che gli italiani scoprono un nuovo rito, che diventerà da esportazione: quello dell’aperitivo... anche “analcolico biondo che fa impazzire il mondo”. Insomma, arriva il Crodino.

Sono anche anni di allunaggio, Vietnam e Guerra Fredda (il muro di Berlino viene tirato su nel ‘61) e attentati col botto (muoiono i Kennedy, Malcom X e Martin Luther King). E poi il 68: quello delle contestazioni, delle tensioni. E in Italia si chiudono nel peggiore dei modi: il 12 dicembre del 69 scoppia una bomba in Piazza Fontana, a Milano. È una strage - e una premessa - agli anni di piombo che verranno.

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