La Nissan ha prodotto l’ultimo esemplare della GT-R, la sportiva che ha debuttato nel 2007: si tratta di una Premium Edition T-Spec con carrozzeria in tinta Midnight Purple, destinata a un cliente giapponese. In questi 18 anni lo stabilimento di Tochigi, a un centinaio di chilometri da Tokyo, ha prodotto circa 48.000 esemplari della vettura.
Sempre più potente. Nel cofano della R35 c’è un V6 biturbo, abbinato a un doppia frizione a sei rapporti e alla trazione integrale. Al debutto il motore erogava 353 kW (480 CV), passati a 419 kW (570 CV) per il Model Year 2017 e a 441 (600 CV) per le versioni Nismo. All’interno del vano motore, come sempre, accanto al numero di telaio trova posto una targhetta in alluminio con il nome del meccanico che ha montato il propulsore.

Non è un addio. La R35 va dunque in pensione, ma non la sua sigla: la Nissan, infatti, “ribadisce il suo impegno verso il nome GT-R, con l’idea di reinterpretarlo per una nuova generazione” sfruttando quanto appreso con questo modello. “Dopo 18 anni indimenticabili, la R35 GT-R ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’automobile”, ha commentato Ivan Espinosa, ceo della Nissan. “Ai tanti fan della GT-R in tutto il mondo voglio dire che non si tratta di un addio: il nostro obiettivo è far sì che il nome GT-R possa ritornare. Le aspettative sono alte e sappiamo che il badge GT-R non è qualcosa che si può appiccicare a un’auto qualsiasi. È riservato a qualcosa di speciale, e la R35 ha definito degli standard molto elevati. Vi chiediamo pazienza. Non abbiamo un piano preciso al momento, ma la GT-R evolverà e emergerà nuovamente in futuro”.
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