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Eco News

Studio Enea
Con lo smart working calano emissioni e inquinamento

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Mentre in Italia cresce il numero di sindaci pronti a limitare la circolazione delle auto con divieti, limiti e balzelli di vario genere e grado, c'è chi, sulla base di evidenze scientifiche, dimostra la validità di una soluzione in grado di ridurre l'inquinamento senza peggiorare la vita quotidiana delle persone o scatenare inutili battaglie contro la libertà di movimento e, al contrario, determinando tangibili miglioramenti per i cittadini e anche gli stessi automobilisti. L'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha pubblicato sulla rivista internazionale Applied Sciences uno studio sull'impatto ambientale dello smart working, tra il 2015 e il 2018, a Roma, Torino, Bologna e Trento (città scelte per la peculiarità del territorio, il profilo storico e l'alto numero di risposte a un questionario). Numeri alla mano, l'ente pubblico dimostra come il lavoro a distanza, se applicato per 2 giorni a settimana e per 100 giorni l'anno, consenta di evitare l’emissione di circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all’anno per lavoratore (-40% rispetto al dato pro-capite indicato per il 2018 dall'Agenzia internazionale per l'Energia ) e produrre notevoli risparmi in termini di tempo (circa 150 ore), distanza percorsa (3.500 km) e carburante (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio). 

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Migliora la qualità della vita. "Il lavoro agile e tutte le altre forme di lavoro a distanza, tra cui lo smart working, hanno dimostrato di poter essere un importante strumento di cambiamento in grado non solo di migliorare la qualità di vita professionale e personale, ma anche di ridurre il traffico e l’inquinamento cittadino e di rivitalizzare intere aree periferiche e quartieri considerati dormitorio", sottolinea la ricercatrice Roberta Roberto, co-autrice dello studio insieme a Bruna Felici, Alessandro Zini e Marco Rao. In particolare, in base alle risposte di un campione di 1.269 lavoratori "agili" della Pubblica amministrazione delle quattro città, che per gli spostamenti usano un mezzo privato, ogni giorno di lavoro a distanza permetterebbe di evitare 6 kg di emissioni dirette in atmosfera di Co2 e risparmiare 85 megajoule (MJ) di carburante pro capite. Non solo. Si riducono anche gli ossidi di azoto a persona al giorno (dai 14,8 grammi di Trento ai 7,9 di Torino), monossido di carbonio (dai 38,9 di Roma a 18,7 di Trento) e PM10 (dagli 1,6 di Roma ai 0,9 di Torino), PM2,5 (dagli 1,1 di Roma e Trento ai 0,6 g Torino). Dunque, lo studio rivela risultati tangibili nel ricorso al lavoro agile. Peccato che molti politici o sindaci, tra cui il primo cittadino milanese, Giuseppe Sala, abbiano espresso, spesso e volentieri, un elevato grado di scetticismo nei confronti dello smart working, probabilmente nel timore di perdere il consenso di esercenti e commercianti dei centri città alle prese con una riduzione dell'affluenza dei lavoratori negli uffici di aziende ed enti pubblici.

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