Tutti gli analisti sono concordi: i prossimi dieci anni vedranno una crescita enorme e rapidissima del mercato delle batterie. Secondo Rystad Energy, nello specifico, la richiesta di materiali anodici aumenterà del 300% entro il 2025 e sarà necessario trovare delle alternative alla grafite, della quale sono composti appunto gli anodi delle batterie. Attualmente si usa la grafite sintetica e, soprattutto, quella naturale: pur avendo la stessa formula chimica, le due hanno origini diverse; infatti, la prima si ottiene sottoponendo il carbone amorfo a un processo chimico di induzione elettrica che impiega forni elettrici ad alti consumi, con evidenti conseguenze sia a livello di costi che di emissioni; la seconda, invece, viene estratta dalle miniere, che a loro volta hanno impatti ambientali e costi non trascurabili. Gli anodi in grafite sintetica hanno però una maggiore efficienza: ecco perché si prevede che nei prossimi anni raggiungeranno una quota di mercato dell’87%, a maggior ragione se i processi di produzione diventeranno più economici.
L'alternativa alla Cina. Anche in questo caso, Pechino si trova in una posizione dominante - si parla di oltre il 90% della grafite naturale estratta nel mondo - ed è per questo che si stanno cercando delle soluzioni alternative, dal minore impatto ambientale, oltre alla citata grafite sintetica: e la biografite, ricavata dal legno, o meglio dai trucioli e dalla segatura, sembra poter avere le carte in regola per ergersi a sostituto. Dopo sette anni di studi, CarbonScape - una startup neozelandese - è riuscita sviluppare e brevettare una tecnologia per produrre tale biografite, in collaborazione con il produttore di batterie ATL e Stora Enso, azienda svedese leader nel settore dei materiali rinnovabili, degli imballaggi, ai biomateriali e delle applicazioni in legno. CarbonScape sostiene che la biografite possa essere un’alternativa sostenibile, in grado di far risparmiare 30 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di materiale, oltre a offrire certezze dal punto di vista dell'approvvigionamento, con la possibilità di localizzare la produzione ed incrinare il monopolio cinese. "La biografite di CarbonScape consente di creare catene di fornitura di batterie localizzate da zero", spiega Ivan Williams, ceo di CarbonScape. "Se vogliamo veramente abbandonare il carbonio fossile e alimentare le nostre economie attraverso un'elettrificazione di massa, abbiamo urgentemente bisogno di alternative sostenibili".
Buone prospettive. Nell’impianto pilota di Blenheim, in Nuova Zelanda, è iniziata la produzione su larga scala della biografite, la quale ha il potenziale di ridefinire gli equilibri economici nello strategico settore della produzione delle batterie. Materiali come il Lignode di Stora Enso, ricavato dalla lignina - un sottoprodotto della produzione di fibre di cellulosa, rinnovabile, tracciabile e già prodotto in milioni di tonnellate in Europa - consentirebbe di soddisfare la crescente domanda di anodi in Occidente. Considerato che la grafite rappresenta circa il 30% di un’intera batteria, si potrebbe arrivare a un risparmio di quasi 90 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro il 2030, oltre ad allentare il cordone ombelicale che ci lega alla Cina.
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