Continua la crescita del riciclo delle pavimentazioni stradali nel nostro Paese, ossia dell’utilizzo del fresato d’asfalto: oggi è presente nel 30% delle strade, contro il 25% del 2018 e il 20% del 2014. Questo ha evitato di utilizzare 10 milioni di tonnellate di inerti nel solo 2023, per un valore economico complessivo di 440 milioni di euro, e di viaggiare a un tasso di recupero del 60% (il restante 40% di fresato resta a deposito in attesa di utilizzo), assottigliando il gap rispetto alla media europea del 68%. Un trend destinato a lievitare, in quanto gli operatori stanno trovando soluzioni tecniche che consentano un maggior recupero del fresato in fase produttiva, senza intaccare la qualità del prodotto finale. Sono i dati principali del recente report del Siteb, l’associazione italiana strade e bitumi.
Si può fare meglio. "L’utilizzo del fresato è limitato da una normativa nazionale farraginosa, dalla burocrazia che ne ostacola il recupero e da una ritrosia culturale che spinge gran parte delle stazioni appaltanti, in fase di definizione del capitolato di gara, a non prevederne un adeguato utilizzo", spiega Alessandro Pesaresi, presidente Siteb, "un contributo a superare questi limiti potrebbe arrivare da alcuni interventi sull’attuale impianto legislativo".
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