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Milano
Il primo giorno all'ombra del Duomo - VIDEO

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Milano, Fase 2 del lockdown per coronavirus. Il capoluogo riparte, tra mille incognite. I cittadini devono infatti adattarsi a un sistema di trasporto pubblico totalmente rivoluzionato. Atm ha assicurato il 100% del normale servizio feriale, ma la capienza di metrò, bus e tram è solo del 25%. Si prevedono quindi tempi più lunghi per gli spostamenti. E se in metropolitana sono i tornelli a bloccarsi automaticamente in caso si sovraffollamento, sui mezzi di superficie la gestione dell’accesso è lasciata all’autogestione degli utenti. Trenord, invece, assicura da oggi un servizio all’80%. Su tutti i mezzi sono obbligatorie mascherina e guanti. Per chi si sposta in auto, è importante ricordarsi che le Ztl, Area B e Area C, sono sospese fino al 31 maggio. Così come fino al 31 maggio rimarrà libera e gratuita la sosta "negli spazi riservati ai residenti (strisce gialle) e in quelli a pagamento (strisce blu)". Sicuramente avranno qualche impatto le nuove piste ciclabili tracciate da Palazzo Marino e, più avanti, gli interventi programmati sui controviali delle direttrici viale Certosa, viale Zara-Testi, viale Romagna-Campagna-Molise, viale Famagosta-via Faenza. Lì, nelle prossime settimane, la velocità delle auto sarà limitata a 30 km/h. E i disagi non mancheranno.

La metropolitana di Milano nel primo giorno della Fase 2, il 4 maggio 2020

Il primo treno. Il 4 maggio di Milano inizia in metrò, dal convoglio quasi vuoto delle 6.56 che va in direzione Rho-Fiera. M2. A bordo, tutti i passeggeri rispettano la distanza obbligatoria di 1,5 metri, ma non tutti osservano le prescrizioni. Molti hanno i guanti, altri la mascherina (calata sul mento). Nessuno parla, tutti sono concentrati sul cellulare. Sul treno regna il silenzio. E le preannunciate code non ci sono. Alla fermata di Lampugnano, alle 7.40, sembra una "normalissima" domenica mattina e non il giorno della ripartenza dell'Italia. "Di solito qui a quest’ora è un macello, oggi è un deserto. Sarà che la gente ha paura...". Parole di uno degli addetti Atm al parcheggio di interscambio, linea M1 del metrò. La temuta ondata di auto nel giorno della ripartenza non c’è stata. E così i sei dipendenti Atm - tre richiamati in servizio dall’azienda per rinforzare il turno mattutino in questo giorno "straordinario" - possono concedersi il lusso di chiacchierare, davanti a un parcheggio desolato. In quindici minuti contiamo l’ingresso di un’auto e di una bicicletta. Per tutti valgono, forse, le parole del ciclista: "Per un po’ io i mezzi pubblici non li prendo...".

Il primo giorno all'ombra del Duomo - VIDEO

Mezzi semivuoti. Insomma, quanti si aspettavano una ripartenza di Milano col botto, si devono ricredere. Il temuto tsunami di persone in coda per salire sui mezzi pubblici o bloccati nel traffico, non c’è. Anzi, se non fosse per la tanto annunciata fine del lockdown, Milano a stento si accorgerebbe che qualcosa è cambiato. In metrò viaggiano convogli quasi vuoti: decine i posti liberi, nonostante la capienza di ogni vagone sia stata ridotta del 75% dall’ultimo Dpcm. "Tutto regolare, gli utenti rispettano le distanze e hanno tutti le mascherine", dice infatti Arrigo Piana, il direttore generale di Atm intercettato alla stazione di Cadorna. E proprio Cadorna è uno dei punti nevralgici, lo snodo dove si temevano i vietatissimi assembramenti. Invece, quella dei pendolari scesi dai treni di Trenord è un'affluenza composta. "Abbiamo viaggiato bene e ora torniamo a lavorare", ci dice una passeggera del Varese-Milano delle 8.21, prima di infilarsi in metropolitana, un po’ sbigottita dalla ressa creata da giornalisti, troupe televisive, forze dell’ordine e dipendenti Trenord che indirizzano i flussi. L’unica preoccupazione, a sentire gli utenti, non sono tanto le mascherine (tutti ne sono muniti e c’è anche una dipendente Trenord che le distribuisce sui binari) quanto i guanti, obbligatori per accedere ai mezzi. "Che però sono introvabili", dice un pendolare. Infatti, lui ne è sprovvisto. E se treni e metrò viaggiano semi vuoti, sui tram è anche peggio: tre passeggeri è il magro "bottino" raccolto dal tram della linea 1 che ferma a Cadorna direzione centro.

Il primo giorno all'ombra del Duomo - VIDEO

Meglio l'auto. Molti di più sono i milanesi che, forse per timore, scelgono di "ripartire" in auto. Il traffico, infatti, è molto più simile a quello di una domenica mattina pre Covid-19. In piazza Cairoli la fila di auto formata dal semaforo rosso - cinque o sei veicoli al massimo - si scioglie in fretta. Allo scattare del verde tutti ripartono e solo un temerario rompe l’ormai consueto silenzio cittadino suonando il clacson infilandosi in Foro Bonaparte. Unico segnale di una normalità che resta però ancora lontana. Sicuramente non normale è la scena che si consuma in Corso Venezia, dove intercettiamo l’assessore alla viabilità del Comune di Milano, Marco Granelli, il quale, insieme al collega Pierfrancesco Maran, osserva gli operai che tracciano le linee della nuova pista ciclabile che da San Babila porterà a Monza. "Stamattina devo dire che la ripartenza sta andando bene, grazie alla collaborazione di tanti lavoratori di Atm, del Comune, delle forze dell’ordine, della polizia locale e di operatori e volontari della Protezione civile", ci dice Granelli. "Abbiamo avuto un flusso importante in metropolitana. Il traffico in superficie invece è ancora molto basso", aggiunge. E circa le polemiche sulle nuove ciclabili che hanno sottratto molti parcheggi in centro, l'assessore afferma: "Per adesso non stiamo registrando problemi. In corso Venezia abbiamo raddoppiato i posti dedicati alle moto".

Le strade di Milano nella prima giornata della Fase 2

Nel pomeriggio, Milano si anima un po'. Se la mattina era filata via in un clima ovattato, quasi rallentato dal timore della ripartenza, il pomeriggio sta cambiandopelle. Subito dopo pranzo, infatti, la città riprende, pur timidamente, a muoversi. I milanesi sembrano aver rotto gli indugi: si tengono ancora a debita distanza dai mezzi pubblici, che continuano a viaggiare vuoti, ma tanti hanno riavviato i motori. In giro si vedono molte più auto rispetto alle prime ore dell’alba. Intendiamoci, siamo ancora lontani anni luce dalla "normalità", ma è già qualcosa. Viale Luigi Sturzo, il vialone che separa il complesso Unicredit e piazza Gae Aulenti dalla stazione Garibaldi, di solito intasato, non è più una landa desolata. La stazione, invece, è animata solo dai volontari della Croce Rossa, dal personale Trenord e da qualche sporadico pendolare. Dalle fermate della M2 i passeggeri che escono dalle scale mobili si possono contare sulle dita di una mano. Più animato appare corso Venezia: molti, infatti, sono venuti a vedere la "rivoluzione della viabilità" annunciata da Palazzo Marino. Strisce bianche, gialle e poi ancora bianche, a segnare i percorsi di sosta delle auto, la corsia pedonale, curiosamente staccata dal marciapiede e quindi la ciclabile. Tra i curiosi, anche un agente della polizia locale, che si ferma con lo smartphone in mano "per immortalare lo scempio". Ma è inutile parlarne oggi: la verità e i disagi si vedranno più avanti, quando tornerà il traffico.

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