Una nuova generazione di automobilisti più consapevoli, preparati e tecnologicamente aggiornati. È questo l’obiettivo della proposta di modifica al decreto del 20 aprile 2012, discussa nella Sala Capitolare del Senato, durante l’incontro “Neopatentati: più sicurezza. Giovani, scuole guida e assicurazioni verso l’Europa”. Promossa dal senatore Gianluca Cantalamessa (Lega) e sostenuta dall’Associazione XV Maggio MMXI, l’iniziativa nasce dal dolore trasformato in impegno civile dei genitori di tre ragazzi vittime di un tragico incidente stradale a Napoli nel 2011. L’obiettivo è chiaro: riformare la formazione dei neopatentati, rendendola più completa, tecnica e in linea con le sfide della mobilità moderna.
Un modello europeo per la sicurezza. "Con la nostra proposta vogliamo sensibilizzare gli Enti competenti a modificare il decreto del 20 aprile 2012 per far sì che i più giovani imparino a conoscere il mezzo meccanico, come si guida un’auto nelle situazioni più estreme, premiando i comportamenti più virtuosi”, spiegano Federica Spada e Carmine de Gregorio, genitori di due delle tre vittime. “Questi sono i primi passi per cambiare la cultura della guida in Italia”. Anche per Alfredo Boenzi, segretario nazionale di Unasca, “la sicurezza stradale non può essere un optional: le sei ore minime di guida previste oggi non bastano. Serve una formazione che trasformi il conducente in un cittadino responsabile”.
La proposta nel dettaglio. Il nuovo progetto per neopatentati nasce esattamente sulla scorta di queste osservazioni, si ispira agli standard europei e punta a creare un ecosistema virtuoso tra autoscuole, circuiti di guida, assicurazioni e istituzioni. L’obiettivo è ridurre il numero di incidenti e migliorare la preparazione tecnica e comportamentale dei giovani con un percorso formativo teorico e pratico radicalmente rinnovato:
- Moduli teorici su sicurezza stradale, gestione dei pericoli e uso dei sistemi Adas (Advanced Driver Assistance Systems);
- Sessioni pratiche di guida fino a 30 ore (contro le attuali sei), inclusi corsi su circuiti per simulare situazioni di emergenza, controllo su fondo bagnato e manovre di evitamento;
- Collaborazioni con compagnie assicurative per offrire sconti a chi partecipa al programma;
- Introduzione di un “patentino di guida sicura”, che garantirebbe crediti universitari e un bonus di due punti sulla patente.
Con gli Adas cambia il ruolo del conducente. Proprio gli Adas e l’interazione tra guidatore e tecnologie di assistenza alla guida sono stati uno dei temi portanti della discussione in Senato: la professoressa Stefania Santini, docente di Automatica all’Università Federico II, ha evidenziato come i veicoli moderni, dotati di sistemi Sae di Livello 2 (come il cruise control adattivo e il mantenimento di corsia), e nel prossimo futuro di Livello 3, richiedano ormai nuove competenze, soprattutto nel passaggio tra la guida assistita e quella manuale: una fase delicata, in cui "il conducente resta sempre responsabile". E un motivo in più, come prevede il progetto, per far rientrare gli Adas nella formazione dei neopatentati.
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