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Industria e Finanza

Exide
Produrre batterie nel cuore della Bergamasca

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Vivere e lavorare nella provincia di Bergamo ai tempi del coronavirus. Qualcosa di molto difficile, essendo una delle zone d’Italia più colpite dalla pandemia. Anche se si costituisce una realtà importante del mondo dell’automotive, forse meno conosciuta di altre, ma certo non meno essenziale. È il caso della Exide Technologies di Romano Lombardo, 25 chilometri a sud del capoluogo orobico. Una fabbrica nata nel 1960 come Magneti Marelli per la produzione di batterie destinate ai modelli della Fiat e passata alla fine degli anni 80 alla multinazionale americana, che ne ha fatto uno dei suo centri di produzione più significativi. Una realtà con circa 600 dipendenti, in grado di produrre 4,5 milioni di batterie l’anno, delle quali 1,1 milioni del tipo AGM, le più sofisticate, destinate alle vetture delle fasce superiori di mercato. Il 60% di questa produzione è destinato al primo equipaggiamento delle case automobilistiche, la quota restante al mondo del ricambio; e tra i costruttori clienti, oltre alle aziende italiane (FCA, comprese la Maserati, Ferrari, Iveco, Cnh), si annoverano il gruppo Volkswagen, Jaguar-Land Rover e le Case francesi. Se a questo aggiungiamo la produzione di batterie per carrelli elevatori, indispensabili per la distribuzione delle merci, e i gruppi di continuità, utilizzati negli ospedali, ma anche nelle centrali elettriche e telefoniche, si capisce come le attività dello stabilimento di Romano Lombardo rientrino a pieno titolo tra quelle classificate come strategiche dai provvedimenti del governo.

Agire in anticipo. Tutto, però, nella fabbrica bergamasca è iniziato molto prima che le autorità intervenissero per arginare la diffusione del coronavirus. "Già domenica 23 febbraio", racconta Federico Montessori, amministratore delegato di Exide Techonologies Italia, "nonostante i casi in Italia fossero ancora poche decine, abbiamo deciso di chiudere la fabbrica per predisporre un piano di sicurezza. Dopo tre giorni tutti i 150 lavoratori degli uffici erano stati già messi in grado di operare da casa in smart working e gli addetti alla produzione di rientrare nello stabilimento, rispettando procedure rigorose come gli accessi differenziati, la distanza tra le persone, l’impiego di guanti monouso, i turni alla mensa e così via". E le mascherine? "Per noi", replica Montessori, "non sono mai state un problema, perché, a causa del tipo particolare di lavorazione delle batterie (che comporta la diffusione di polvere di piombo), sono sempre state utilizzate nello stabilimento, anche quelle del tipo più complesso FFP3: quindi, eravamo ben attrezzati anche sotto questo profilo".

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Fabbriche ferme. Per un certo periodo, quindi, le attività a Romano Lombardo sono proseguite con queste modalità: poi, però, sono state le case automobilistiche a fermare le fabbriche, quindi la produzione a loro destinata ha dovuto arrestarsi. "Rimane il mercato dell’aftermarket, per il quale prevediamo in aprile un calo del 20%", precisa Montessori, "e al quale facciamo comunque fronte gestendo gli stock, ed elaborando ordini, consegne e fatture nella modalità smart working; l’attività in fabbrica è ridotta, ma non si può mai fermare perché ci sono processi, come il trattamento delle acque e dei fanghi, la manutenzione e la sanificazione, che devono proseguire ventiquattr’ore su ventiquattro per 365 giorni l’anno". Poche decine di persone nello stabilimento, dunque, molte che lavorano da casa e attivazione degli ammortizzatori sociali, per far fronte a questo difficile momento.

Ripartire. All’Exide Technologies sono pronti a tornare #backontrack? La risposta dell’amministratore delegato è immediata: "Certamente, perché in fondo non ci siamo mai fermati… Torneremo completamente in pista non appena ripartiranno gli impianti dei costruttori: ci basta un preavviso di due-tre giorni per riportare la produzione a pieno regime e ripristinare gli stock delle Case". Quando questo effettivamente accadrà, naturalmente, è ancora difficile prevederlo, come lo è per l’andamento del mercato italiano: "Se dovessi fare delle ipotesi", conclude Montessori, "mi attendo un calo delle immatricolazioni compreso tra il 20 e il 40%, ma molto dipenderà dalla durata del lockdown".

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