La Volkswagen ha in programma di riaprire i cancelli delle sue fabbriche a partire dal 20 aprile in seguito alle ultime disposizioni del governo tedesco. L’esecutivo di Angela Merkel ha annunciato ieri un accordo con i governatori dei sedici land tedeschi che stabilisce un dettagliato crono-programma per la ripresa delle attività e precise misure per gestire la “convivenza" con il coronavirus nei prossimi mesi.
Il processo di riattivazione. I primi impianti a ripartire saranno gli stabilimenti di Zwickau, in Germania, e di Bratislava, in Slovacchia, dove saranno riattivati anche i siti di Stupava e Martin. Dal 27 aprile in poi ripartiranno le attività produttive anche in altre località in Germania, Portogallo, Spagna, Russia, Polonia e Stati Uniti. A maggio sarà la volta degli impianti in Sud Africa, Argentina, Brasile e Messico. Le riaperture pongono fine a un lungo periodo di sospensione delle attività durato oltre un mese e deciso in seguito al peggioramento della situazione sanitaria in tutti i Paesi occidentali e alle misure restrittive imposte dai governi nazionali. I divieti agli spostamenti e le misure di lockdown hanno creato prima colli di bottiglia nelle forniture e quindi un crollo della domanda che ha reso necessario il fermo della produzione e di conseguenza determinato una forte tensione finanziaria (l’intero gruppo Volkswagen ha bruciato cassa al ritmo di 2 miliardi di euro a settimana). Durante la serrata, comunque, sono rimaste aperte alcune fabbriche di componentistica, che hanno operato a ranghi ridotti per produrre le componenti necessarie sia per la ripresa produttiva sia per le forniture alla Cina, dove 32 dei 33 impianti sono ormai tornati attivi anche se operano al 60% della capacità pre-crisi. Dal 6 aprile sono state riavviate le attività a Braunschweig e Kassel e dal 14 aprile a Salzgitter, Chemnitz, Hannover e in Polonia. Nei prossimi giorni, i cancelli saranno riaperti anche nelle fabbriche di altri brand, come Porsche, Skoda, Seat e Audi, che ha già riattivato la sua fabbrica di motori di Györ, in Ungheria.
A ranghi ridotti. In ogni caso la riattivazione avverrà gradualmente e a ranghi ridotti. In Germania si continuerà a ricorrere al Kurzarbeit, lo strumento che consente ai dipendenti di lavorare con orario ridotto, ma la Volkswagen intende ridurre gradualmente il ricorso agli ammortizzatori sociali in funzione dell'andamento della domanda. Nei primi giorni, comunque, saranno implementate rigorose misure per la protezione dei dipendenti e la tutela della loro salute. La scorsa settimana, la direzione della Volkswagen e i rappresentanti dei lavoratori del gruppo, anche sulla base delle raccomandazione del Robert Koch Institute e dell'esperienza riscontrata in Cina, hanno definito un pacchetto di 100 iniziative per contrastare l'eventuale diffusione del coronavirus all'interno dei luoghi di lavoro. La ripresa produttiva dovrà comunque tener conto dell'attuale disponibilità di componenti, delle disposizioni governative in Germania e in Europa, dell'andamento dei mercati e delle relative capacità degli impianti. “Con le ultime disposizioni dei governi federali e statali in Germania e l'allentamento delle restrizioni in altri stati europei, sono state stabilite le condizioni per la graduale ripresa della produzione", ha affermato il responsabile del marchio di Wolfsburg, Ralf Brandstätter. "La Volkswagen si è preparata intensamente nelle ultime tre settimane. Oltre a sviluppare un catalogo completo di misure per la protezione della salute dei nostri dipendenti, abbiamo anche fatto progressi nel ripristino delle nostre catene di approvvigionamento".
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