La fusione è ufficiale: nasce Stellantis
16 gennaio 2021: è la data ufficiale di nascita di Stellantis, il nuovo colosso automobilistico frutto della fusione tra i gruppi Fiat Chrysler e PSA. Come da attese, i due costruttori hanno perfezionato l'accordo di fusione annunciato il 18 dicembre del 2019 e successivamente modificato per tener conto dell'impatto economico-finanziario della pandemia di coronavirus.
Soddisfatte le ultime condizioni. Dopo le assemblee che hanno approvato a larghissima maggioranza l'operazione di integrazione, sono state soddisfatte tutte le ultime condizioni sospensive e quindi la fusione è diventata effettiva. Tra le condizioni, c'era il pagamento a favore dei soli azionisti FCA di di una cedola straordinaria di 1,84 euro per titolo (in totale 2,9 miliardi di euro): il dividendo è diventato "incondizionato" il 13 gennaio scorso ed è stato messo in pagamento a partire da venerdì 15 gennaio.
I prossimi passi. La nascita del gruppo sarà ora seguita da ulteriori passi. Lunedì 18 gennaio inizieranno le contrattazioni del nuovo titolo Stellantis sul Mercato Telematico Azionario di Milano e sull'Euronext di Parigi. Per la quotazione sul New York Stock Exchange bisognerà, invece, attendere un giorno in più: lunedì Wall Street sarà chiusa per la festività del Martin Luther King Day e, pertanto, gli scambi delle azioni sui listini americani cominceranno martedì 19. Per celebrare il primo giorno di quotazione di Stellantis è stata organizzata una cerimonia ad hoc, che vedrà il presidente John Elkann e l'amministratore delegato Carlos Tavares suonare la tradizionale campana di apertura delle negoziazioni. La prima prova del mercato azionario sarà quindi seguita da un altro appuntamento, probabilmente più importante visto che potrà fornire le prime indicazioni sul futuro del nuovo gruppo. Martedì pomeriggio Tavares terrà infatti la sua prima conferenza stampa nelle nuove vesti di timoniere del nuovo colosso automobilistico.
Il nuovo gruppo. Con il closing, nasce il quarto maggior produttore di auto al mondo, con 8,7 milioni di veicoli venduti nel 2019, ricavi per quasi 167 miliardi di euro e profitti per circa 7 miliardi. In sostanza, parliamo di una realtà seconda solo a gruppi del calibro di Volkswagen e Toyota e all'alleanza franco-nipponica Renault-Nissan-Mitsubishi. Con sede legale ad Amsterdam e direzione generale a Parigi, Stellantis sarà a tutti gli effetti una multinazionale con sedi operative sparse in tutto il mondo e un azionariato variegato: la componente più rilevante sarà la Exor, controllata dalla famiglia Agnelli, con il 14,4% del capitale, contro il 7,2% della famiglia Peugeot, il 6,2% dello Stato francese e il 5,6% della Dongfeng. A guidare Stellantis saranno, come detto, Elkann e Tavares, che avranno al loro fianco nel consiglio di amministrazione il vice presidente Robert Peugeot, Henri de Castries, Andrea Agnelli, Fiona Clare Cicconi, Nicolas Dufourcq, Ann Frances Godbehere, Wan Ling Martello, Jacques de Saint-Exupéry e Kevin Scott. A questo consiglio e ancor di più alla nuova squadra manageriale guidata dal dirigente portoghese toccherà il compito di trasformare in realtà i propositi ribaditi da Elkann: "Vogliamo avere un ruolo di primo piano nel prossimo decennio, che ridefinirà la mobilità, proprio come hanno fatto i nostri padri fondatori con grande energia negli anni pionieristici. Intendiamo svolgere un ruolo determinante nella costruzione di questo nuovo futuro ed è stata quest’ambizione a unirci". "Stellantis", ha aggiunto Elkann, "sarà uno dei maggiori OEM a livello mondiale. Ciò che più conta è che sarà un'azienda con le dimensioni, le risorse, la molteplicità di componenti e il know-how necessari per cogliere con successo le opportunità di una nuova era".
I temi del futuro. Opportunità, certo, ma anche sfide. Se ne dovrà occupare, in prima battuta, Tavares, che avrà davanti a sé un compito non certo facile. Martedì dovremmo avere qualche dettaglio in più sulla tempistica del nuovo piano industriale e su quei dettagli operativi che dovranno portare alla generazione dei 5 miliardi di euro di sinergie stimati dal management. Mike Manley, l'ormai ex amministratore delegato della Fiat Chrysler prossimo a diventare il responsabile delle Americhe nel nuovo gruppo, ha già spiegato che il 40% sarà generato dalla condivisione di piattaforme e sistemi di propulsione, dall'ottimizzazione degli "investimenti in ricerca e sviluppo" e dal miglioramento dei processi di produzione, per il 35% da risparmi sugli acquisti e per il 7% da tagli sul fronte delle spese amministrative e generali. Per il futuro, bisognerà ovviamente capire come queste indicazioni possano tradursi in fatti concreti: la condivisione delle piattaforme, il posizionamento in termini di mercati e segmenti dei numerosi brand in portafoglio e, in alcuni casi come l'Alfa Romeo o la Lancia, il loro rilancio, il destino degli impianti produttivi (sono escluse per ora chiusure ma il futuro degli impianti inglesi rimane estremamente incerto per colpa della Brexit), la gestione dei singoli mercati e di alcuni progetti che non potranno non essere influenzati dalla nascita di Stellantis in senso sia negativo che positivo. Negli ultimi giorni, per esempio, sono aumentate le incertezze sul previsto ritorno negli Stati Uniti del marchio Peugeot: il responsabile Jean-Philippe Imparato ha rivelato la possibilità di una revisione dell'intera operazione alla luce della presenza consolidata dei marchi attuali di FCA. Al contrario, l’unione delle forze di due gruppi, considerati "in buona salute" dai rispettivi manager, potrà accelerare il percorso verso l’elettrificazione o la soluzione di alcuni problemi, come la scarsa penetrazione in importanti mercati, a partire da quello cinese, oppure l’atteso ampliamento di una gamma ancora limitata per diversi brand, con i relativi impatti favorevole sull’utilizzo della capacità produttiva.
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