“In Europa c’è una domanda diversa da Usa e Cina: per questo abbiamo disegnato e ingegnerizzato un modello specificamente per il vostro mercato”. Così ha esordito William Li, all’incontro con la stampa europea al Salone di Shanghai. “Siamo stati ispirati dal feedback dei nostri clienti locali per definire le caratteristiche del modello”, ha precisato il fondatore della Nio, la Casa automobilistica cinese che con le sue elettriche vuole fare concorrenza alla Tesla e ai big tedeschi del segmento premium.
Nel 2024 il lancio del secondo marchio. I piani di Li sono molto ambiziosi. E vanno già al di là del lancio di questo nuovo modello, che andrà a inserirsi sul mercato al di sotto della ET5, l’attuale proposta di ingresso alla gamma, una berlina a zero emissioni di segmento D: lunga circa 4,8 metri è la concorrente naturale della Tesla Model 3. Ma al di là della sua ventura sorella minore, c’è dell’altro: “Nel 2024 lanceremo un nuovo brand: anche questo arriverà prima in Europa ed esattamente come la nostra elettrica più compatta in un secondo momento arriverà anche in Cina”, ha dichiarato il fondatore del marchio, nato nel 2015.
La sfida dei costi. Li è ben consapevole della sfida rappresentata dall’ambizione di scendere nei segmenti inferiori del mercato con un modello tutto elettrico: “La proporzione del costo delle batterie è più alto sulle compatte, ma questa è una sfida per tutti: anche i marchi europei hanno lo stesso problema. Ma se noi riusciamo a offrire delle caratteristiche migliori, allora potremo essere competitivi. Anche se sappiamo che non sarà una battaglia rapida”.
A Shanghai la seconda generazione della ES6. Il marchio cinese, che al Salone di Shanghai ha presentato la seconda generazione della Suv ES6, uno dei modelli della prima ondata che a tutt’oggi resta anche uno dei più rilevanti in termini di vendite, persegue una strada del tutto originale nel campo delle elettriche, in virtù di un paio di scelte strategiche che lo distinguono nettamente dai costruttori concorrenti.
Il battery swap: Nio ci crede. La prima è quella del battery swap, un’idea messa in atto dalla Renault nella prima decade del secolo e poi, apparentemente, tramontata per sempre. Ma tornata di grande attualità, secondo Li: “Nelle nostre stazioni – dei veri e proprio box che hanno iniziato a spuntare anche in Europa e per la cui costruzione è stata aperta una fabbrica dedicata in Ungheria, ndr – non facciamo solo il cambio della batteria, ma forniamo anche la possibilità di fare degli upgrade a seconda delle necessità di spostamento, passando per esempio da una batteria da 75 a una da 100 kWh di capacità per gli spostamenti sulle grandi distanze”.
I vantaggi del cambio batteria. Una soluzione che, secondo la Casa cinese, rimarrà attuale anche con il crescere delle potenze di carica (e la Nio stessa sta per lanciare un supercharger da record, capace di pieni ultra-fast a 500 kW di potenza): “Per quanto potenti, le colonnine non ci permettono di fare quello che consentono le stazioni di battery swap, dove possiamo caricare le batterie lentamente, durante la notte, con vantaggi economici e di conservazione dello stato di salute degli accumulatori. Senza contare tutte le applicazioni del tipo vehicle to grid, che ci consentono di armonizzare i picchi di carico e di collaborare con i gestori di rete: anche in Europa siamo già attivi in questo senso. Infine, con il crescere della capacità degli accumulatori, diventerà sempre più dispendioso per i clienti acquistare l’auto e la batteria insieme: bisogna separare i due cicli di vita e utilizzo”.
In arrivo una super-batteria da 150 kW. La seconda caratteristica originale della strategia elettrica di Nio riguarda proprio la chimica delle batterie: oggi la Casa offre due tagli, uno da 75 kWh (con composizione mista litio-ferro-fosfato e nichel-cobalto-manganese) e uno da 100 kWh (un classico nichel-cobalto-manganese), ma presto lancerà un maxi-accumulatore da 150 kWh di capacità (a parità di ingombri), di fatto attualmente senza rivali come valore assoluto.
1.100 chilometri con lo stato semi-solido. La soluzione chiave per raggiungere l’obiettivo è stato puntare su una nuova chimica mista, definita stato semi-solido, una sorta di gel che costituisce a tutti gli effetti la tecnologia ponte verso lo stato solido puro: “Quello rimane il nostro obiettivo e lo raggiungeremo nel giro dei prossimi anni, ma per ora gli accumulatori allo stato solido sono ancora a livello prototipale. Con le batterie al semi-solido che lanceremo quest’anno”, ha spiegato Li”, siamo in grado di garantire un’autonomia di circa 1.100 chilometri alla nostra ammiraglia, la ET7”.
Debutto in Italia entro l'anno. Un risultato impressionante – almeno sulla carta – che lascia presagire quali valori saranno resi possibili dallo stato solido. Che avrà una capacità di circa 200 kWh, quasi il doppio rispetto alla media di quelli adottati oggi dai modelli premium. Ma quando si affaccerà questo nuovo marchio anche nel nostro Paese? “L’Italia è uno dei prossimi mercati su cui intendiamo sbarcare prossimamente: abbiamo appena scelto il general manager e speriamo di essere pronti per debuttare entro quest’anno”.
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