Da qui escono sei-sette MC20 al giorno. Da uno stabilimento che sposa, sotto forti luci bianche, il futuro della tecnologia al passato dell’artigianato più sapiente. E qui, nel quartier generale modenese della Maserati, mentre le scocche di fibra di carbonio transitano magicamente su carrelli mobili, c’è una signora di ferro, Michela Lomio, production manager, responsabile dei tre super reparti, scoccatura, verniciatura e motore. “Essere a capo di tanti uomini è stato difficile. Occorre lavorare dieci volte di più di loro. Ma Maserati è molto avanti, quanto a presenze femminili”. La Casa del Tridente è inclusiva.
Una su tre. La Maserati ha 1.500 dipendenti nel mondo, di quaranta nazionalità, di infinite personalità. Il 35% è donna. Percentuale che potrebbe crescere di un punto in un anno. Le si trovano in posizioni di grande responsabilità. Tante, oggi, in Maserati hanno una laurea in Ingegneria, in Industrial Design, in Management, nella comunicazione. Volti femminili chini sui computer per i test finali e definitivi del motore, oltre i vetri che isolano dal mondo, dal calore, dalla polvere. Le donne stanno plasmando una nuova immagine della Casa del Tridente. Perché l’auto è (anche) donna. Federica Fortunato è ingegnere, si occupa dei propulsori, di tutto il sistema che interessa il motore. Valeria Birau è strategic planning manager. Livia Chiani è il genio del colore e degli abbinamenti, che studia al Centro Stile di Torino. È anche suo il progetto della GranTurismo Prisma, una one-off tra le Fuoriserie: un caleidoscopio di colori e di nomi, che evocano la storia delle Maserati più iconiche.
La prima manager donna. Elisa Weltert, general manager South Europe, è stata la prima manager in assoluto di via Ciro Menotti. E guarda al futuro: “Le donne oggi scelgono le auto da sole, soprattutto nell’alto di gamma. E possono influenzare la scelta della macchina di famiglia”. L’auto, per le signore, non deve essere solo praticità. Deve piacere, affascinare, realizzare sogni e bisogni. “La Grecale va in questa direzione: ha qualità, lusso, performance”. Accontenta la clientela femminile (il 12% dei proprietari): meno di cinque metri di lunghezza, facile, immediata, bella. Sei in alto, parcheggi meglio, hai spazi confortevoli, ma non esagerati. Ana Paola Reginatto è nel settore commerciale (si occupa di e-mobility e connetività) e pensa (anche) a come una signora, magari in gonna, magari coi tacchi alti, sale in macchina e parte. Le esigenze, rispetto agli uomini, sono diverse. Julie Taieb-Doutriaux con passione racconta il percorso di inclusività femminile (e non solo) dell’azienda. Sa che il passato insegna (del resto la prima pilota donna in F.1 è stata Maria Teresa De Filippis nel 1958 su Maserati 250F), ma il futuro significa nuovi clienti nel mondo e personalizzazioni. Maserati va incontro alle sfide del domani, che sono ovviamente l’elettrico e un modo nuovo di “fare” azienda. E poi c’è Sonia Lauria: è ingegnere e test driver, le performance di molte vetture del Tridente cadono sotto la sua responsabilità. “Il mio compito è realizzare i desideri del cliente”, spiega. I suoi campi d’azione sono velocità, accelerazione, dinamica, transizione ecologica e sicurezza. Valentina Boarini, manager della comunicazione per le regioni Emea (Europe, Middle Est e Africa), è, infine, una perfetta padrona di casa, che porta alla scoperta dei progetti (tecnici) del brand e della terra lì attorno, dove tutto è nato.
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