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Industria e Finanza

Pnrr
Il governo corregge dieci progetti: per le colonnine serve un nuovo bando

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Per la prima volta da quando è stato varato il Pnrr, il governo Meloni ha deciso di mettere mano ad alcuni obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza a causa del mancato rispetto della scadenza del 30 giugno. In particolare, si tratta di dieci iniziative su 27 legate all'erogazione della quarta rata dei fondi europei da parte delle istituzioni comunitarie (un totale di 16 miliardi di euro). Uno dei progetti modificati riguarda da vicino il settore automobilistico perchè legato al recente bando per le colonnine per la ricarica delle auto elettriche, rivelatosi un fiasco per la parte relativa alle infrastrutture lungo le superstrade. 

Nuovo bando. A spiegare i motivi delle correzioni è stato Raffaele Fitto, il ministro per gli Affari Europei con la delega al Pnrr nel corso di una conferenza stampa: prima dell'incontro, è stato anche diffuso un testo in cui vengono elencati i vari progetti con le relative modifiche. In merito alle colonnine, si ricorda che "a seguito dei bandi di slezione degli interventi e a fronte di 6.500 infrastrutture di ricarica di cui 4.000 nei centri urbani e 2.500 nelle aree extraurbane, risultano pervenute richieste per 4.700 infrastrutture di ricarica nelle sole aree urbane". In sostanza un mezzo flop, su cui l'esecutivo ha deciso di intervenire con una "proposta di modifica" che "consente di allineare l’obiettivo agli esiti delle procedure di selezione e impegna il governo a pubblicare nuovi bandi per consentire il raggiungimento dell’obiettivo finale". Dunque, sarà effettivamene pubblicato un nuovo bando: Fitto ha spiegato che "non si tratta di ridurre le risorse finanziarie, ma semplicemente di adeguare, agli esiti di una procedura ad evidenza pubblica, un obiettivo intermedio per consentire il pieno raggiungimento del target finale". 

Le altre modifiche. I cambiamenti ai dieci obiettivi sono stati attrbuiti alla necessità di correggere "errori e a circostanze oggettive che non consentono la rendicontazione delle misure, pianificate in un clima sempre costruttivo e di concreta collaborazione con i servizi della Commissione europea". Nel complesso, sono sei i ministeri coinvolti: Imprese e Made in Italy, Infrastrutture e Trasporti, Ambiente e Sicurezza Energetica, Istruzione e Merito, Cultura e Politiche di Coesione. Le modifiche, infatti, riguardano l'ampliamento di Cinecittà, progetti satellitari per l'osservazione della terra, la costruzioni degli asili nido, il rinnovo del parco ferroviario, le stazioni di rifornimento di idrogeno per treni, il rafforzamento dell'ecobonus e del sismabonus, l'uso dell'idrogeno nell'industria pesante, il contratto alla povertà educativa del Mezzogiorno e la creazione di imprese femminili. Le modifiche sono state condivise con la Commissione Europea, ma per l’erogazione della quarta rata servirà comunque il via libera formale di Bruxelles. 

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