Dopo anni di difficoltà commerciali e produttive, Stellantis rivede le sue strategie in Cina con un'operazione finanziaria che la porterà a diventare azionista strategico di una delle startup più in vista: il gruppo automobilistico, a conferma delle tante indiscrezioni delle ultime settimane, ha infatti sottoscritto un accordo per investire circa 1,5 miliardi di euro nella Leapmotor, acquisirne il 20% del capitale e ottenere due posti nel consiglio di amministrazione.
Nuova joint venture. L'intesa prevede ulteriori sviluppi operativi, a partire dalla costituzione di una nuova joint venture, la Leapmotor International. Stellantis avrà il 51% del capitale e diritti esclusivi per l’esportazione, la vendita e la fabbricazione dei prodotti Leapmotor al di fuori della Cina e nominerà l'amministratore delegato. La partnership, la prima di natura globale nel settore dei veicoli elettrici tra una Casa tradizionale e una realtà cinese specializzata in veicoli elettrici, punta ad accrescere ulteriormente le vendite di Leapmotor sul maggior mercato automobilistico al mondo (nel 2022, l'azienda ha consegnato 111 mila vetture) e ad accelerare la penetrazione altrove, anche in Europa, sfruttando la presenza commerciale di Stellantis sul piano internazionale. Dal canto suo, il gruppo guidato da Carlos Tavares intende sfruttare l’ecosistema di Leapmotor proprio in Cina, per rilanciare le sue attività locali e raggiungere alcuni degli obiettivi del piano Dare Forward 2030, rimanendo aperto "a esplorare eventuali ulteriori sinergie reciprocamente vantaggiose". La joint venture avvierà le consegne nella seconda metà del 2024.
La piattaforma. Le due aziende ritengono che la gamma di elettriche della Leapmotor sia complementare rispetto all’attuale tecnologia e al portafoglio di marchi di Stellantis. In particolare, Leapmotor si è finora concentrata sul mercato di fascia medio-alta, ma per i prossimi tre anni ha definito un piano prodotti per coprire l’intera gamma dei segmenti da A a E, basandosi su un’esclusiva architettura tecnica con tre piattaforme altamente scalabili sia per le elettriche, sia per le cosiddette Erev, ossia le ibride plug-in con range extender (in cui il motore endotermico agisce solo per ricaricare le batterie). il cuore delle attività è rappresentato da un'innovativa tecnologia "Cell-to-chassis" e dall'architettura "Four Leaf Clover", che hanno attirato l'attenzione di altri costruttori. In questo senso, Stellantis sembra aver anticipato mosse analoghe di concorrenti come la Volkswagen: nei giorni scorsi di è parlato di una possibile partnership proprio con la Leapmotor per il brand Jetta.
Le parole di Tavares. "Con il consolidamento delle startup di veicoli elettrici in Cina, diventa sempre più evidente che i segmenti mainstream saranno dominati da una cerchia di player di nuova generazione nel settore degli EV efficienti e agili, come Leapmotor", ha commentato Tavares. "Riteniamo che sia il momento giusto per assumere un ruolo di primo piano nel sostenere i piani di espansione globale di Leapmotor, uno dei nuovi operatori Ev più interessanti sul mercato, con una mentalità imprenditoriale e tecnologica simile alla nostra. Grazie a questo investimento strategico, andiamo a rafforzare un nostro punto debole nel modello di business e a beneficiare della competitività di Leapmotor in Cina e all’estero".
L'indagine europea. Nel corso di una conferenza stampa, il dirigente portoghese è stato chiamato in causa nell'indagine anti-dumping avviata dalla Commissione europea sulle elettriche cinesi. Tavares, che in passato ha chiesto barriere doganali contro l'invasione in Europa di vetture 'made in China', ha assicurato che l'iniziativa di Bruxelles non è nata per iniziativa di Stellantis e non rappresenta il modo migliore per affrontare problemi di natura globale: "Poiché dobbiamo affrontare questioni globali, dobbiamo adottare una mentalità globale. Non sosteniamo un mondo frammentato. Ci piace la concorrenza. Avviare un'indagine non è il modo migliore per affrontare tali questioni. La protezione dei consumatori in Europa", ha aggiunto il numero uno di Stellantis, "si è tradotta in massima apertura del mercato anche alla concorrenza cinese, che ha un vantaggio enorme nella competititività di prezzo. Noi vogliamo essere protagonisti, non vittime".
L'invasione cinese. Per Tavares, "l’offensiva cinese è visibile dappertutto, ovunque, che ci piaccia o meno, ma almeno possiamo controllare l'espansione di un marchio cinese tramite una joint venture e in questo modo gestire questa espansione e guadagnarci, sia grazie ai profitti della joint venture, sia essendo azionisti per circa il 21%. Leapmotor guiderà la sua espansione in Cina e noi siamo azionisti importanti. Questo non esclude che continueremo a vendere i nostri marchi in Cina con la strategia già disegnata. Non vogliamo essere le vittime dell'offensiva cinese, vogliamo controllare il nostro destino, e controllando le esportazioni di Leapmotor all'estero siamo noi alla guida". Dunque, l'accordo permetterà a Stellantis di non subire passivamente l'arrivo in Europa dei produttori cinesi e il loro vantaggio di costo nell'approvvigionamento e nella produzione di elettriche. Quanto alla partnership, l'ad ha aggiunto un paio di dettagli. La joint venture potrebbe portare in Europa le vetture Leapmotor nel giro di massimo due anni e Stellantis potrebbe anche utilizzare i suoi impianti industriali europei per produrre veicoli cinesi: "La joint venture è per l'esportazione di auto Leapmotor nel resto del mondo, sosteniamo i flussi di export e ci facciamo soldi. È una grande opportunità per noi e per loro per espandersi".
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