Mentre i progetti di nuove gigafactory in Europa stanno subendo un po’ ovunque battute d’arresto e ritardi (vedi quello di Stellantis a Termoli, di Svolt a Brandeburgo o della Northvolt in Svezia), proseguono a ritmo serrato i lavori per la fabbrica della Prologium, startup con sede a Taiwan. Tra gli investitori dell’azienda ci sono la Mercedes e la banca d’investimenti francese Bpifrance.
A regime tra due anni. Dopo aver ricevuto il via libera dal governo francese (e finanziamenti per un miliardo e mezzo di euro), la Prologium prosegue nel suo progetto da 5,2 miliardi di euro per la costruzione di una gigafactory a Dunkirk, nel nord della Francia. La posa della prima pietra è prevista per i primi mesi del prossimo anno, e l’avvio della produzione già nel 2027. Lo stabilimento, che impiegherà circa 3 mila addetti, dovrebbe essere in grado di gestire in maniera molto flessibile la richiesta di batterie, e avrà una capacità produttiva massima di 48 GW/ora.
Batterie più efficienti. Secondo quanto afferma la società taiwanese, grazie a una tecnologia di costruzione di anodi in composito di silicio, le sue batterie sono più piccole e di circa il 30% più efficienti di quelle agli ioni di litio attualmente utilizzate su gran parte delle auto elettriche: i suoi accumulatori da 55 kWh dovrebbero garantire le stesse prestazioni e autonomia di quelle che oggi si ottengono con batterie da 83 kWh, con un peso di 330 kg in meno. Tra gli altri benefici, la possibilità di ricaricare dal 5 all’80% in meno di nove minuti, una modularità che permette di riparare e riciclare singoli elementi delle batterie e una migliore resistenza agli incendi.
Costano di più, ma sono più efficienti. La Prologium non ha ancora contratti in essere per la fornitura delle sue batterie, ma ha già mandato alcuni esemplari di prova ai “principali costruttori europei”, spiega Calvin Hsieh, vice presidente dello stabilimento. “Riteniamo che il mercato complessivo delle elettriche sia destinato a crescere”, e anche se le batterie prodotte a Dunkirk non saranno necessariamente più economiche di quelle costruite in Cina, “la nostra tecnologia le rende più efficienti”. A giugno, il fondatore della Prologium aveva dichiarato che le sue batterie hanno un costo di circa 170 dollari per kWh, contro i 100 $/kWh di quelle al litio-ferro-fosfato, ma le migliori prestazioni rendono di fatto equivalente il costo complessivo delle due tecnologie.
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it