Mancava solo una comunicazione ufficiale e ora è arrivata: la fusione tra la Honda e la Nissan è saltata. Le due aziende hanno confermato in pieno le tante ricostruzioni della stampa giapponese e dei corrispondenti locali delle agenzie di stampa internazionale, annunciando di aver deciso di cancellare il memorandum d'intesa che a dicembre aveva aperto il tavolo delle trattative per un'operazione di aggregazione.
Stop al memorandum. In un comunicato congiunto si legge che la Nissan e la Honda "hanno concordato oggi di rescindere il MoU (memorandum of understanding, ndr) firmato il 23 dicembre dell'anno scorso per valutare un'integrazione aziendale tra le due società". "Dopo la firma del memorandum, i team dirigenziali di entrambe le società, compresi gli amministratori delegati, hanno discusso e considerato il contresto di mercato, gli obiettivi dell'aggregazione e le strategie e le strutture di gestione post-integrazione. Inoltre, tenendo conto dell'importanza dell'operazione, "entrambe le società si sono consultate attentamente con vari stakeholder e durante le discussioni sono state prese in considerazione varie opzioni in merito alla struttura dell'integrazione aziendale".
I problemi e il ruolo della Renault. A tal proposito, vengono confermate le indiscrezioni su dissidi scatenati dalla proposta della Honda di cambiare uno dei cardini del memorandum. Infatti, la Casa di Minato ha "proposto di modificare la struttura da una holding congiunta, in cui Honda avrebbe nominato la maggioranza dei direttori e l'amministratore delegato sulla base di un trasferimento congiunto di azioni come inizialmente delineato nel memorandum, a una struttura in cui Honda sarebbe stata la società madre e Nissan la sussidiaria tramite uno scambio di azioni". La proposta, che cancellava il proposito iniziale di una fusione alla pari, si è quindi rivelata uno scoglio impossibile da superare, anche alla luce della necessità di tener conto degli interessi degli azionisti. È il caso della Renault, ancora proprietaria del 36% circa della Nissan (una metà direttamente e un'altra tramite un fondo fiduciario), che ha diffuso a diversi organi di stampa una dichiarazione inequivocabile: "In qualità di azionista della Nissan, i termini della transazione, compreso il fatto che non prevedeva alcun premio, erano per noi inaccettabili", hanno spiegato da Bouloghe-Billancourt, sottolineando di "accogliere con favore l'intenzione di Nissan di concentrarsi innanzitutto sull'esecuzione del suo piano di ristrutturazione" e garantendo un continuo supporto al partner giapponese nei progetti dell'Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Le due Case nipponiche hanno pertanto "concluso che, per dare priorità alla velocità del processo decisionale e all'esecuzione delle misure di gestione in un contesto di mercato sempre più volatile che si avvia verso l'era dell'elettrificazione, è più opportuno cessare le discussioni e rescindere il memorandum".
Le altre trattative. In ogni caso, l'addio al tavolo non implica uno stop alle altre negoziazioni in corso tra i due costruttori, anche in base a un altro memorandum sottoscritto l'1 agosto: Nissan e Honda, infatti, hanno garantito che "collaboreranno nell'ambito di una partnership strategica mirata all'era dell'intelligenza e dei veicoli elettrificati, impegnandosi a creare nuovo valore e massimizzare il valore aziendale di entrambe". Le discussioni in merito riguardano anche la Mitsubishi. A tal proposito è stato diffuso un ulteriore comunicato che conferma la decisione della Casa dei tre diamanti di abbandonare il progetto di fusione.
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