La BYD “ha firmato contratti con Pirelli, Brembo e Prima Industrie per i suoi stabilimenti in Ungheria”: l’annuncio arriva da Alfredo Altavilla, Special Advisor Europa del gruppo orientale, a margine del FORUMAutoMotive in corso a Milano, come riporta la Reuters. “Nelle scorse settimane abbiamo approfondito la conoscenza dei fornitori di componentistica italiana", ha spiegato il manager. "La proprietà cinese ne ha apprezzato il livello di competenza. Non imporremo loro di delocalizzare le proprie attività, collocandosi nell’immediata prossimità dei nostri impianti”. Quindi le aziende del Belpaese continueranno a operare da qui, senza dover per forza aprire siti all’estero.
Terza fabbrica da noi? La BYD, ha aggiunto Altavilla, intende “localizzare in Europa nuovi impianti. Il processo di selezione del terzo stabilimento è cominciato e terminerà per la fine dell’anno. L’Italia è ancora in corsa, ma difficilmente andremo in un Paese poco amico delle auto cinesi. Certo, tutto può ancora cambiare: è auspicabile trovare modi di collaborazione tra player cinesi ed europei”. Infatti, Ungheria (la città di Szeged) e Turchia si apprestano a ospitare le prime due fabbriche europee del costruttore di Shenzhen, siti strategici che (fra l’altro) consentiranno al costruttore di evitare i dazi imposti dalla Commissione Europea alle auto elettriche made in China. Indiscrezioni di stampa vorrebbero altre nazioni avvantaggiate sull’Italia, in particolare la Germania, perché Berlino si è schierata contro le tariffe anti Dragone, mentre Roma ha votato a favore. “Se raggiungessimo i nostri obiettivi nel Vecchio Continente, qualche costruttore europeo potrebbe sparire”, l’aggiunta poco rassicurante.
Colonnine super veloci. Infine, la chiosa sulle infrastrutture: in Cina, la BYD “ha pianificato la costruzione di un network di ricarica proprietario", ha concluso Altavilla. "Valuteremo se fare lo stesso anche in Europa”. Il riferimento è a nuove stazioni che promettono un rabbocco di elettroni a una velocità doppia rispetto ai già velocissimi Supercharger Tesla, così da rendere l’esperienza del rifornimento di un’auto elettrica analoga a quella di un pieno di una vettura a benzina o diesel.
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