Il primo semestre del 2025 si è chiuso in negativo per Stellantis: sulla base di dati preliminari (la pubblicazione dei numeri definitivi è prevista per il 29 luglio prossimo), il gruppo ha registrato consegne e ricavi in calo anche a doppia cifra, ha chiuso il conto economico in rosso e ha bruciato un elevato ammontare di cassa.
Pesano Nord America e Maserati. Partiamo dalle attività commerciali: il gruppo ha consegnato nei sei mesi 2,664 milioni di veicoli, il 7% in meno rispetto ai 2,87 milioni del pari periodo dell'anno scorso. A penalizzare le performance è stata l'ormai ex "gallina dalle uova d'oro" della regione Nord America, dove il costruttore ha registrato un calo del 23% a 647 mila unità anche per colpa di un peggioramento nel secondo trimestre (se nel primo il calo era stato del 20%, nel secondo è arrivato al 25%). In Europa, invece, la contrazione semestrale è stata del 7% (1,289 milioni le consegne). Giù anche Cina, India e Asia-Pacifico, con un -13%, mentre il Sud America ha messo un segno una crescita del 20% e l'area del Medio Oriente e dell'Africa del 5%. Infine prosegue la crisi di Maserati, con una flessione del 35% e appena 4.200 consegne.
Ricavi, perdite e cassa. Di conseguenza, il fatturato consolidato di Stellantis si è fermato a 74,3 miliardi di euro, il 12,6% in meno rispetto agli 85,02 miliardi di un anno fa. La redditività ha poi pagato ulteriori fattori, tra cui oneri per 3,3 miliardi connessi, tra l'altro, a svalutazione di piattaforme, costi di ristrutturazione, aumento delle spese industriali, un contesto valutario avverso e le conseguenze del neo protezionismo americano (i primi effetti negativi dei dazi sono quantificati in 300 milioni di euro). Il margine operativo adjusted si è così fermato ad appena 500 milioni di euro, a fronte degli 8,5 miliardi dell'anno scorso, mentre l'ultima riga dal conto economico mostra una perdita di 2,3 miliardi, contro l'utile di 5,65 miliardi dei primi sei mesi del 2024. Male anche il rendiconto finanziario: le attività operative hanno generato deflussi di cassa per 2,3 miliardi, mentre il "free cash flow" industriale è negativo per 3 miliardi (l'anno scorso si era attestato a -392 milioni).
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